Avellino, falsi incidenti: i tre in carcere fanno scena muta davanti al gip

I primi interrogatori a Bellizzi. Solo uno ha reso dichiarazioni spontanee

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Avellino.  

Hanno fatto scena muta davanti al gip del tribunale di Avellino Fabrizio Ciccone. Sono gli indagati nell’inchiesta sui falsi incidenti stradali condotta dalla Procura di Avellino che ha portato a 11 misure cautelari. Questa mattina nel carcere di Avellino, affiancati dai propri avvocati, sono stati sentiti quattro degli 11 indagati. Tre di loro si sono avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande del giudice e si sono affidati alla decisione del magistrato. Uno soltanto, invece, ha reso dichiarazioni spontanee. Lunedì toccherà agli altri sei indagati che si trovano ai domiciliari e altri raggiunti da misure interdittive. Ricordiamo che l’inchiesta è stata supportata da numerose testimonianze, molte di queste, gli “attori” dei falsi incidenti. Ai domiciliari si trovano anche due avvocati e consulenti di sinistri stradali.

E' stato ricostruito dalle indagini come gli “attori” venissero individuati tra soggetti che avevano gravi problematiche economiche o di salute. In uno dei casi scoperti dai carabinieri, persino una persona che era affetta da grave patologia oncologica. Indigenti e con grave e disperato bisogno economico per sopravvivere. Anche per questo spesso acconsentivano a procurarsi anche dolorose lesioni fisiche, come la rottura dei denti incisivi con attrezzi da lavoro, una pratica denominata “spaccadenti” attuata anche a danno di ragazzi minorenni con crudeltà e senza alcuno scrupolo solo per aumentare l'entità dell'indennizzo assicurativo. Un vero e proprio ruolo secondario, quello degli attori. Una disinvoltura invece totale per gli organizzatori delle attività criminali, che usavano senza scrupoli in alcune circostanze anche donne incinte e bambini.