Avellino: bomba al centro impiego, nuovi particolari dai testimoni in aula

La sentenza è attesa alla prossima udienza prevista per l'undici ottobre

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Avellino.  

Nuova udienza per il processo a carico di Ubaldo Pelosi e Carmine Bassetti, accusati di aver piazzato un ordigno esplosivo nei pressi del centro per l'impiego di Avellino, nel marzo 2020.

Il primo testimone è stato l'avvocato Claudio Ruocco, amico di Pelosi e legale di Bassetti. Ha fornito chiarimenti in merito ad alcune conversazioni acquisite nell'ambito dell'attività di intercettazione del nucleo investigativo dei carabinieri di Avellino. Conversazioni con un certo L. G., vicino di casa dell'imputato e - secondo l'accusa - a conoscenza dell'intenzione dei due uomini di colpire con un ordigno esplosivo il centro per l'impiego di Avellino. "Ho invitato L. G. a non parlare di me con il Pelosi perché sicuramente era sotto intercettazione, non volevo avere problemi".  Il secondo testimone è stato un dipendente amministrativo dello studio di Pelosi, presente all'atto della perquisizione dei carabinieri a seguito dell'esplosione. Gli è stato chiesto di quei computer posti sotto sequestro, sui quali furono rinvenute alcune ricerche risalenti ai giorni immediatamente successivi all'avvenimento contestato e riguardanti proprio alcuni articoli pubblicati sulla vicenda. "Quei computer sono a disposizione di tutti i dipendenti. Potrei aver effettuato quelle ricerche io stesso". 
Rinvio per l'ultimo testimone e la discussione all'11 ottobre. Com'è noto gli imputati, accusati inizialmente di terrorismo e di eversione dell'ordine democratico - accuse poi derubricate da parte del Tribunale del Riesame di Napoli - avrebbero aderito a un movimento no-mask che si opponeva alle restrizioni imposte dal governo Conte a contrasto della pandemia, motivo per cui avrebbero deciso di colpire il centro per l'impiego con l'ordigno artigianale.