Processo a Don Livio ad Avellino: i consulenti di parte smontano le accuse

Il caso di Prata Principato Ultra, due testi riferiscono dettagli sulla personalità del ragazzino

processo a don livio ad avellino i consulenti di parte smontano le accuse

Il processo dopo l’escussione dei consulenti di parte è stato rinviato al 27 ottobre quando Don Livio renderà dichiarazioni spontanee

Prata di Principato Ultra.  

 

di Paola Iandolo

Per il processo a Don Livio Graziano, oggi in aula tre consulenti nominati dalla difesa dell’imputato accusato di atti sessuali con minore. Gli avvocati Gaetano Aufiero e Gianpiero De Cicco hanno nominato un medico legale, uno psicologo e un tecnico informatico per tentare di smontare le accuse mosse nei confronti del loro assistito.  In particolare uno dei consulenti si è soffermato su alcune circostanze che di fatto escluderebbero le ipotesi contestate all’imputato.

Ad avviso del medico legale infatti, in una delle foto prodotte dagli inquirenti agli atti in cui si vede la vittima dei presunti abusi e un uomo, non sarebbe riconducibile a Don Livio, non vi è corrispondenza antropometrica tra le gambe dell’imputato e quelle effigiate nella foto. Inoltre nell’udienza di ieri sono stati ascoltati due testimoni citati dai difensori dell’imputato, una giovane madre ospite della struttura di Prata Principato Ultra e una volontaria quando c’era anche il ragazzino vittima di presunti abusi. Le due donne hanno riferito che il ragazzino aveva di sovente un comportamento volgare. Il processo dopo l’escussione dei consulenti di parte è stato rinviato al 27 ottobre quando Don Livio renderà dichiarazioni spontanee. Processo che si svolge a porte chiuse su richiesta degli avvocati di parte civile.

La ricostruzione dei fatti

L’inchiesta prese il via dopo la denuncia del padre del ragazzino, ospite della struttura di Prata Principato Ultra. La denuncia fu presentata dopo il ritrovamento di alcuni messaggi sospetti inviati da Don Livio Graziano sul telefonino del ragazzino. Don Livio Graziano è accusato di atti sessuali compiuti su un 13enne, che ospitava presso la struttura da lui fondata e diretta “I figli di Emmaus”. Gli abusi sarebbero avvenuti proprio in una delle strutture che facevano capo al sacerdote finito nell’inchiesta della Procura di Avellino.