Processo a Don Livio ad Avellino: "Sono innocente, contro di me solo menzogne"

Dopo le dichiarazioni spontanee rese dal parroco è stato chiuso il dibattimento

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Don Livio è accusato di atti sessuali con un 13enne, ospite della struttura di Prata Principato Ultra

Prata di Principato Ultra.  

"Sono innocente, le accuse contro di me sono false” ha detto Don Livio Graziano, davanti ai giudici del tribunale di Avellino, in composizione collegiale.

Il fondatore della struttura i “Figli di Emmaus” ha reso dichiarazioni spontanee nel corso delle quali ha respinto tutte le accuse mosse nei suoi confronti. Don Livio, attualmente sottoposto agli arresti domiciliari, è accusato di atti sessuali con un 13enne, ospite della struttura di Prata Principato Ultra. E nel corso dell’udienza di ieri, con la quale è stata chiusa l’istruttoria dibattimentale, sono stati ascoltati gli ultimi tre testi citati dagli avvocati Gaetano Aufiero e Gianpiero De Cicco. I tre, il legale rappresentante e un ospite della struttura di Prata Principato Ultra, oltre ad un’amica di Don Livio. I tre hanno riferito in aula di non aver notato mai nulla di anomalo, mai un rumore.

Il legale rappresentante della struttura ha riferito che nel fine settimana capitava spesso che rimanesse a dormire lì e ha precisato che anche nel cuore della notte le porte erano sempre aperte. Il processo dopo l’escussione degli ultimi testi e le dichiarazioni spontanee di Don Livio è stato rinviato al 24 novembre. Processo che si svolge a porte chiuse su richiesta degli avvocati di parte civile e che ormai volge al termine. Infatti è prevista la discussione del pubblico ministero, della parte civile e dei difensori dell’imputato.

Ecco cosa è emerso nell’istruttoria dibattimentale

Nelle precedenti udienze i tre consulenti nominati dalla difesa dell’imputato – rappresentata dagli avvocati Gaetano Aufiero e Gianpiero De Cicco hanno tentato di smontare le accuse mosse nei confronti del loro assistito.  In particolare uno dei consulenti mise in evidenza alcune circostanze che di fatto escluderebbero le ipotesi contestate all’imputato.

Ad avviso del medico legale infatti, in una delle foto prodotte dagli inquirenti agli atti in cui si vede la vittima dei presunti abusi e un uomo, non sarebbe riconducibile a Don Livio, non vi è corrispondenza antropometrica tra le gambe dell’imputato e quelle effigiate nella foto. Inoltre furono ascoltati due testimoni citati dai difensori dell’imputato, una giovane madre ospite della struttura di Prata Principato Ultra e una volontaria quando c’era anche il ragazzino vittima di presunti abusi. Entrambi le teste riferirono che il ragazzino aveva di sovente un comportamento volgare.

I fatti al centro dell'inchiesta

L’inchiesta prese il via dopo la denuncia del padre del ragazzino, ospite della struttura di Prata Principato Ultra. La denuncia fu presentata dopo il ritrovamento di alcuni messaggi sospetti inviati da Don Livio Graziano sul telefonino del ragazzino. Don Livio Graziano è accusato di atti sessuali compiuti su un 13enne, che ospitava presso la struttura da lui fondata e diretta “I figli di Emmaus”. Gli abusi sarebbero avvenuti proprio in una delle strutture che facevano capo al sacerdote finito nell’inchiesta della Procura di Avellino.