di Paola Iandolo
Al Convitto Nazionale a parlare ai ragazzi, il magistrato antimafia Henry Jhon Woodcock. ll magistrato ha ringraziato la scuola per l'invito, ma ha tenuto a precisare "non mi sento in cattedra, però penso sia importante che i ragazzi conoscano da vicino le professioni, anche quella del magistrato, del medico e di altro.
Solo così possono capire cosa vogliono davvero dal loro futuro. I ragazzini di oggi sicuramente hanno la fortuna di poter fruire attraverso la rete, attraverso il web, i media, di notizie, possono reperire tante informazioni di cui io non potevo usufruire. Rispetto alle nostre generazione hanno invece meno la possibilità di vivere tra virgolette la strada, vivere la strada non significa per forza vivere la strada in senso negativo, vivere la strada significa anche solo uscire".
L'importanza di educare i giovani
“Meglio educare i giovani che correggere gli adulti” ha detto, citando le ben note parole di Don Milani. E forse proprio in quell’ammissione ha mostrato ciò che davvero conta: "non l’originalità del pensiero, ma la verità che esso porta". Ha parlato della Costituzione, dell'importanza di rispettare le regole, le regole giuste, di criminalità giovanile, di violenza tra coetanei, di famiglie assenti. Ha ricordato che “la cultura della legalità non è compito esclusivo dei magistrati, ma inizia – o fallisce – tra le mura domestiche”. "Parlare ai giovani di legalità è fondamentale, incontrarli, dialogare con loro e trasmettere dei valori è un passo essenziale".
Regole giuste e obbedienza consapevole
Nella sua breve lezione, ha tentato di porre l'attenzione tra regola e giustizia. Ha spiegato che non tutte le regole sono giuste, e che obbedire non equivale sempre a rispettare la legge. Lo diceva già Don Milani, in quella Lettera a una professoressa che qualcuno legge ancora con imbarazzo: "obbedire non è sempre una virtù, soprattutto quando la norma opprime invece di proteggere e può essere una form alta di impegno civile" concludendo ha detto "La scuola deve insegnare a trasmettere il senso critico, la capacità di distinguere se è giusto o meno ribellarsi. Cambiare delle regole sbagliate è un atto d'amore verso la giustizia verso i deboli".