di Paola Iandolo
L'ex direttrice delle poste di San Mango sul Calore era stata accusata di essersi appropriata di circa 180mila euro di buoni fruttiferi postali: in appello è stata riformata la sentenza. I giudici della I Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli hanno stabilito che non c'è peculato. Accuse che in primo grado avevano fatto scattare per la donna - davanti al gup di Avellino, Marcello Rotondi - una condanna a 3 anni. Il pubblico ministero al termine della requisitoria in primo grado aveva chiesto una condanna a 3 anni e 6 mesi, già escludendo la responsabilità per il 70% dei buoni perché la perizia grafologica aveva accertato l'autenticità della firma. La direttice della poste di San Mango era stata condanna anche all'interdizione dai pubblici uffici e alla riparazione pecuniaria in favore di Poste per circa 50 mila euro.
In secondo grado
Ieri i giudici della Corte di Appello hanno escluso le accuse di peculato e hanno riqualificato le accuse mosse nei confronti dell'ex diretttice - difesa dagli avvocati Gaetano Aufiero e Stefano Vozella - in truffa. Dichiarando l'intervenuta prescrizione per l'appropriazione di tutti i buoni tranne che per uno. Inizialmente era contestata l'appropriazione di 98, poi ridotti a 22 buoni con la sentenza di primo grado. Rideterminata notevolmente la pena: ridotta a 4 mesi, con pena sospesa e non menzione sul casellario. Revocata anche la condanna all'interdizione dai pubblici uffici ed alla riparazione pecuniaria in favore di Poste Italiane.
