di Paola Iandolo
Dopo la bufera che ha travolto tre funzionari pubblici della Provincia di Avellino, che ottenevano viaggi, auto di lusso e soldi in cambio degli appalti pubblici, da stamane i legali sono a lavoro per presentare le istanze di dissequestro delle somme sequestrate dagli agenti delle fiamme gialle. Dunque sono già impegnati nell'approntare una linea difensiva per i cinque indagati accusati a vario titolo di corruzione, falso materiale e falso ideologico.
Ad essere perquisiti S.D.pubblico ufficiale, funzionario istruttore direttivo della provincia, A.R. collaboratrice di fatto e concorrente materiale e morale del funzionario pubblico, G.C. dipendente della provincia presposto al servizio gestione ed edilizia scolastica, E.L. imprenditore della E.L Costruzioni, G.P. legale rappresentate della s.a.s di Ospedaletto d'Alpinolo.
Nel mirino degli inquirenti sono finiti anche svariati bonifici effettuati a favore del funzionario S.D. Mentre A.R. oltre ad essere la confidente del funzionario era anche la sua tesoriera. Presso la sua abitazione i militari ieri mattina hanno sequestrato circa 60mila euro in contanti, conservati sottovuoto e messi in una madia e poco più di 30mila in una cassetta di sicurezza di un istituto di credito avellinese.
Gli inquirenti sostengono che almeno in un'occasione il funzionario abbia prelevato presso la sua abitazione del denaro per comprare un'auto di lusso, nello specifico una Porsche. I cinque sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Ennio Napolillo e Teodoro Reppucci.
