Mercogliano, rapina alla gioielleria Gioie: le donne reclutate su tik tok

Per partecipare alla rapina alla gioielleria le donne avrebbero avuto un compenso di 2-3 mila euro

mercogliano rapina alla gioielleria gioie le donne reclutate su tik tok
Mercogliano.  

di Paola Iandolo 

"Sono stata contattata su tik tok da una donna e mi ha proposto di prendere parte ad una rapina. Per la mia partecipazione mi avrebbero dato 2-3mila euro". A raccontare i dettagli della rapina fallita alla gioielleria Gioie di Mercogliano una delle due donne tratte in arresto a giugno scorso e fuggita insieme alla complice a bordo di una Fiata Panda dopo il colpo mancato grazie all'intervento del titolare di un negozio adiacente. E' sempre lei a fornire altri dettagli utili agli inquirenti altri dettagli e sui ruoli differenti ricoperti dai partecipanti

"Dovevo limitarmi a fare aprire la porta della gioielleria". Racconta anche degli incontri avvenuti all'interno di un autolavaggio di via G. Acciani e ricostruisce il ruolo avuto da Francesco Carlo Liotti, finito in carcere in tutta la vicenda. La donna precisa che Liotti è stato l'organizzatore della rapina e ha fornito ai rapinatori l'auto di un cliente, la T-Roc dopo aver sistemato targhe di cartone. Racconta che nel tragitto dall'autolavaggio fino alla gioielleria la targa fasulla cadde. Circostanza che scatenò la rabbia di Liotti, preoccupato per l'identificazione dell'auto. I rapinatori dunque furono costretti a scendere dall'auto e sistemare di nuovo la targa in cartone prima di giungere a Torrette di Mercogliano. 

Dalle indagini è emerso che l'auto guidata da Liotti, difeso dall'avvocato Costantino Sabatino, faceva "da staffetta" per segnalare la strada agli altri componenti della banda, tutti provenienti da Napoli. Il supporto logistico all'operazione viene addebitato anche a Stefano Giella difeso dall'avvocato Rolando Iorio, anche se per gli inquirenti ha avuto un ruolo marginale.   Domani sono previsti gli interrogatori di garanzia per i sei indagati raggiunti dalle misure cautelari davanti al gip del tribunale di Avellino, Antonio Sicuranza.