di Paola Iandolo
Imprenditore e medico del lavoro sono stati mandati assolti dall’accusa di falso ideologico a distanza di dieci anni dalla denuncia con formula piena “perchè il fatto non sussiste”. Si è chiuso così il processo durato sette anni - con la sentenza di assoluzione emessa dal giudice monocratico Gian Piero Scarlato - al proprietario dell’IMS di Morra De Sanctis Antonio Di Bari, difeso dall’avvocato Teodoro Reppucci e al medico che si occupava delle visite agli operai, difeso dall’avvocato Gaetano Aufiero. Il pm in aula ha invocato l’assoluzione ritenendo che dalla stessa escussione dei testimoni non ci fossero elementi per giungere ad una condanna oltre ogni ragionevole dubbio.
Il processo aveva preso il via dopo la denuncia di un’operaia che era costituita anche parte civile insieme alla Cgil, rappresentata dall’avvocato Fernando Taccone. Con l’escussione di ben 86 operai della IMS, la Procura aveva contestato l’accusa di falso in merito alle visite mediche e alle relative certificazioni per gli stessi operai. Era emerso che alcuni di loro, escussi a sommarie informazioni, non sarebbero stati sottoposti alle visite, mettendo in discussione gli atti che l’azienda aveva poi prodotto alle autorità.
Per questi fatti, accertati tra il 2014 e il 2015 dai Carabinieri della Stazione di Aquilonia, la Procura aveva ottenuto il giudizio per i due imputati. Come dimostrato a seguito della lunga istruttoria dalle difese, invece, non ci sarebbe stata nessuna manomissione o falsificazione delle cartelle. Gli avvocati dei due imputati hanno insistito sulla regolarità delle cartelle. L’avvocato Aufiero ha sottolineato come la stessa contestazione dovesse essere riqualificata in un reato diverso da quello ipotizzato dalla Procura. Le motivazioni saranno rese note entro novanta giorni.
