“Sono sola, malata e nessuno mi chiede, anche la chiesa mi ha sbattuto la porta in faccia. Mi hanno detto che io gioco con la mia malattia.” E’ la storia tristissima e drammatica che ci racconta Luisa Malvone 50 anni, donna sofferente, più volte trasportata in ospedale ad Ariano Irpino e a Solofra dopo aver messo in atto vari tentativi di suicidio. Senza luce e viveri, la casa illuminata da ceri come in un cimitero, sperando che non lo diventi davvero. Ad allertare la nostra redazione è stata lei stessa insieme al fratello, al fine di lanciate un forte appello alle istituzioni.
“Ho tutti i certificati medici che attestano il mio stato di salute precario, vivo senza corrente e cibo. Sono stata diverse volte all’ospedale di Solofra per tentato suicidio. La popolazione di Ariano lo sa. Sono sola al mondo e mi sono stancata di vivere, non ce la faccio più, non ho nulla da mangiare. Ho bisogno urgentemente di un alloggio altrimenti tra un po’ finirò in mezzo alla strada.”
Luisa, mano tremante, bava dalla bocca, ci racconta in lacrime il suo calvario:
“Mi prendono con l’ambulanza e mi portano a Solofra, per chiudermi in quel carcere maledetto, questo sanno fare. Vado in ospedale ad Ariano, che mi sento male e vengo buttata come uno straccio dentro una stanza, su una sedia e non mi fanno nessuna diagnosi mentre il cuore mi scoppia. Solo il 118 ha mostrato grande umanità verso di me, per il resto non sono creduta da nessuno."
Il suo appello di ferragosto:
“Ditemi voi dove devo andare, chi mi deve aiutare, sono caduta e mi sono saltati tutti i denti dalla bocca, tutte le notti resto sveglia, non riesco a dormire. Mi sono stancata di vivere, non ce la faccio più. Se mi tolgo la vita è perché nessuno vuole aiutarmi. Vi prego, io non voglio morire, ma così non posso più vivere, aiutatemi, ve lo chiedo con tutto il cuore.”
Le risposte al caso
La chiesa: "La Parrocchia Santa Maria dei Martiri e la Caritas, insieme si sono da tempo attivate. Abbiamo pagato bollette e sostenuto economicamente questa famiglia. La chiesa non ha mai sbattuto le porte in faccia a nessuno, tutto ciò che rientrava e rientra nelle nostre possibilità, lo abbiamo fatto."
La risposta del Comune: "E' una situazione molto delicata che stiamo seguendo con la massima attenzione, insieme ai servizi sociali e alla caritas. Il primo dato importante da sottolineare, alla base di ogni ragionamento è il suo stato di salute precario, la donna necessita di cure specialistiche urgenti, cosa che finora nin è avvenuto, in quanto si è lei stessa rifiutata. Luisa è super assistita, anche rispetto agli altri casi che abbiamo in città. Solo nell'ultimo mese, tra bollette ed altre spese varie abbiamo distribuito, insieme alla Caritas e Servizi Sociali aiuti pari a circa mille euro. Sostegno alimentare, bollette e quant'altro." Vi è una situazione familiare molto delicata, sulla quale non entriamo nel merito, il propietario della casa, non riceve da due anni l'affitto e ha sborsato finora cifre notevoli per una serie di servizi, ora vi è una rescissione del contratto di affitto all'agenzia delle entrate e la famiglia in questione è tenuta ad abbandonare l'abitazione. "E' stata presentata domanda per un alloggio. Stiamo seguendo il caso, così come tanti altri, con la massima attenzione. Nessuno vuole buttare una donna in mezzo ad una strada, l'attenzione primaria è rivolta alla sua salute ed è ciò che stiamo facendo, ma serve collaborazione."
Infine un'ultima importante precisazione per evitare gravi forme di speculazioni: "Nessuna raccolta fondi è in atto, per questo ed altri casi analoghi, comune, servizi sociali e caritas, lavorano in sinergia senza trascurare nessuna di queste emergenze. Ma le pretese sono altissime e in molti casi non viene neppure apprezzato il pagamento di una bolletta o l'invio di viveri, c'è chi vuole e pretende denaro, come l'uomo che continua ad ubriacarsi in centro." E' di pochi giorni fa infine la gravissima aggressione ad una assistente sociale nel suo ufficio da parte di un uomo già noto per simili comportamenti.
Ma Luisa Malvone che ha contattato la nostra redazione tiene ancora a precisare: "Il mio stato di salute è sempre più precario, tra qualche giorno vi è il serio rischio di finire in mezzo ad una strada, in quanto mi vedrò costretta a lasciare questa casa. Non è vero che ho ricevuto aiuti economici. Devo ringraziare Don Rosario e Don Antonio per quanto hanno fatto per me, ma c'è chi invece mi ha sbattuto la porta in faccia. Sono stati i volontari di Montecalvo gli unici ad aiutarmi, portandomi cibo e viveri. Ora la mia urgenza è un alloggio, il comune non può lasciarmi sola."
Gianni Vigoroso
