Una messa in suffragio di Leonardo Vecchiolla il ventiseienne arianese morto suicida, nell’abitazione degli zii in via Intonti, alle spalle della chiesa di San Michele Arcangelo, due anni fa, dopo essersi sparato un colpo di fucile alla tempia. La famiglia vuole che nessuno dimentichi la sua morte. Domani sera alle 18.30 nel Santuario Madonna di Fatima a Cardito, nel Piano di Zona, si ritroveranno parenti ed amici per ricordarlo. A celebrare la liturgia sarà Don Alberto Lucarelli.
A distanza di due anni sono ancora increduli e addolorati Enrico e Isabella, gli zii di Leonardo, ai quali il giovane era legatissimo. Non riescono ancora a credere che sia potuta accadere una cosa simile quel giorno.
“E’ solo colpa mia, non c’entra nessuno”. Erano state queste le ultime parole scritte in un biglietto prima di compiere quel gesto. A rendere note le sue volontà, furono i familiari: “Niente estrema unzione, funerali, manifesti, fiori, ma solo cremazione e ceneri sparse in mare.”
“Per noi era un figlio e lo sarà per sempre. Non approfittava mai di nulla, se usciva a comprare qualcosa, con cinque euro, portava anche il resto.”
Leonardo quel pomeriggio di due anni fa pochi minuti prima di farla finita si era recato nel circolo degli anziani, a pochi passi da casa a trovare proprio suo zio. Fallito un primo tentativo, la seconda volta riuscì a prelevare le chiavi della cassaforte dove era custodita l’arma, dal borsello. Tutto era ormai studiato alla perfezione nella sua mente e nessuno avrebbe mai potuto immaginare cosa sarebbe accaduto di li a qualche minuto in quella casa. Un destino beffardo e crudele che ha voluto che tutto andasse purtroppo così.
Si sentiva da tempo perseguitato dalla giustizia. “Chi vive nelle lotte, non muore mai”, scrissero gli amici di Chucky in uno striscione davanti all’Università degli Studi Gabriele D’Annunzio di Chieti.
Vecchiolla negli anni scorsi era rimasto coinvolto negli scontri di Piazza San Giovanni a Roma, arrestato e poi rimesso in libertà dopo un mese di carcere, ma si era sempre dichiarato estranio alla vicenda e i fatti gli avevano dato ragione essendo stato scagionato senza l'applicazione di alcuna misura cautelare.
Chucky, così come veniva soprannominato, credeva fermamente nelle sue battaglie tanto da essere presente in tutta Italia da nord a sud. Ad Ariano Irpino aveva preso parte alle iniziative di lotta in difesa dell’ambiente. “Terrorista affermava Vecchiolla in una lettera è chi devasta i territori e non chi li difende.”
Gianni Vigoroso
