Il Teatro d’Europa di Cesinali ha ospitato l’evento “Oltre il Ricordo”, un’iniziativa carica di significato organizzata in occasione del quattordicesimo anniversario della scomparsa di don Ferdinando Renzulli, sacerdote, uomo di cultura e fondatore della struttura teatrale, diventata oggi un punto di riferimento per l’intera Irpinia.
Il ricordo di una figura spirituale e culturale
L'evento ha coniugato il ricordo di una figura spirituale e culturale d’eccezione con una riflessione moderna e profonda sul teatro e la comunicazione contemporanea. “Don Ferdinando sarà sempre l’anima del teatro d’Europa - ha ricordato Luigi Frasca, presidente del teatro d’Europa - io ricordo le lunghe passeggiate fatte con lui e tutto ciò che ha trasmesso, adesso comincia ad avere una sua luce. Diceva sempre il tempo degli uomini è diverso dal tempo di Dio, cioè il teatro d’Europa è sempre esistita come luce come sua anima, ma adesso diciamo le persone incominciano a comprendere veramente il valore di questa idea.
L'omaggio e il progetto futuro
Oggi lo omaggeremo con un convegno e poi con un progetto futuro, quindi la nuova stagione estiva che faremo qui fuori e poi quella invernale. Ma soprattutto al dibattito abbiamo invitato tanti giovani perché si cerca di trovare una mediazione tra quello che è il linguaggio teatrale che è più lento, più metodico, più emotivo rispetto al linguaggio immediato dei social. Esiste un punto di connessione per coinvolgere i giovani? Forse la risposta non arriverà stasera, ma comunque si è aperto il tema”.
La nuova stagione teatrale
A presentare la stagione teatrale Gigi Savoia, direttore artistico del Teatro d’Europa, che ha annunciato con entusiasmo il tema conduttore “Faremo una stagione del sorriso, improntata soprattutto su testi comici. Onoreremo di 100 dalla nascita di Scarpetta, dedicheremo anche un pezzettino al decennale della morte di Luca de Filippo. Ci sarà uno stralcio per ribadire sempre l’importanza delle donne. La donna è fondamentale e noi dedicheremo un pezzettino della nostra stagione al teatro in rosa. E poi prenderemo spunto dai giovani affinché anche il teatro possa diventare un po' più social. Anche se il teatro è stato sempre sociale, nel senso che il teatro educa quindi è molto importante socialmente”
Il vescovo di Avellino, Monsignor Arturo Aiello, ha offerto una riflessione suggestiva sul rapporto tra teatro, tempo e spazio: «Il teatro vive in un altro tempo e in un altro spazio, come il religioso. Quando si apre il sipario, entriamo in una dimensione altra, ci dimentichiamo del presente. Ecco perché ci infastidisce il suono di un cellulare in sala: ci riporta bruscamente alla realtà, spezzando l’incanto».
A offrire un taglio generazionale e comunicativo è stata la dottoressa Serena Giuditta, esperta in Social Media e digital marketing, che ha sottolineato come i social media rappresentino oggi «non solo un’estensione del palcoscenico, ma anche un biglietto da visita per gli artisti. Raccontarsi online è una forma di legame continuo con il pubblico, che si rafforza poi nella presenza fisica a teatro».