Greci: successo rivoluzionario di Stefania Andreottola Coppola

Il coraggio della parola

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Un evento curato con dedizione da Carmine Famiglietti e accolto con vivo entusiasmo dalla cittadinanza...

Greci.  

Quando la poesia smette di essere solo esercizio letterario e diventa "atto politico", la comunità risponde con un abbraccio collettivo.

È quanto accaduto nella sala consiliare di Greci per la presentazione di “È arrivata la poesia” (Controluna Edizioni), un evento curato con dedizione da Carmine Famiglietti e accolto con vivo entusiasmo dalla cittadinanza, rappresentata dal giovane e sensibile sindaco Nicola Luigi Norcia.

Il cuore dell’incontro è stata la testimonianza nuda e coraggiosa dell’autrice, Stefania Andreottola Coppola. In un tempo che tende a nascondere il dolore sotto il tappeto del decoro, la sua è stata una voce fuori dal coro: “È necessario parlare di cancro, anche attraverso la poesia, come atto rivoluzionario e politico”, ha dichiarato l’autrice. “Nominare apertamente la malattia significa toglierle potere. Significa avere il coraggio di guardarla in faccia e smettere di identificarsi con la paura”.

Coppola ha poi tracciato una distinzione filosofica spiazzante: la morte è un passaggio di stato che non richiede sforzo, mentre la malattia impone la sfida durissima di convivere con un corpo che tradisce. Scrivere di questo corpo, narrarlo, è l'unico modo per non lasciarsi annullare da esso.

Su questo solco si è inserito l'intervento di Michele Ciasullo, presidente dell’Università Popolare dell’Irpinia.

Con una metafora illuminante, Ciasullo ha ricordato che ciò che ci distingue dal resto del creato è la capacità di raccontarci: “Siamo umani perché abbiamo una narrazione della nostra vita. La poesia è l’apice di questo dialogo; è un’evocazione che apre a infiniti significati e permette a chi legge di ritrovare la propria storia tra le righe dell'altro”.

In questo Natale 2025, mentre il mondo osserva con apprensione le ferite aperte dei conflitti globali e una crisi d’identità che attraversa l’Occidente, la lezione che arriva da Greci è più che mai attuale.

La poesia non è un rifugio per fuggire dalla realtà, ma l'unico strumento per abitarla con dignità. In un'epoca di algoritmi e comunicazioni sterili, rivendicare la potenza della parola, della bellezza, della poesia, l'importanza della condivisione dei nostri vissuti, delle gioie e delle difficoltà diventa un atto di resistenza umana necessario per non perdere la bussola del nostro presente.

La serata si è chiusa nel silenzio commosso di una sala che ha riscoperto come la bellezza possa nascere anche dalle ceneri della perdita, lasciando ai presenti la forza di un verso che è una promessa di eternità:

“La vita è vita perché la sogno, un ricamo su tela di nuvole nel silenzio del tuo sguardo, che parla di me senza parole.”