Radioterapia: nessuno scippo da Villa Maria

Dalla struttura di Mirabella Eclano la risposta alla stampa dopo essere stata tirata in ballo

Sarebbe logico ed opportuno abbandonare inquietanti e anacronistici antagonismi e lavorare per il ripristino della verità.

Mirabella Eclano.  

La storia ci insegna che prima di esporre una vicenda o delinearne i contenuti è sempre meglio conoscere l’argomento. La vicenda in questo caso che merita un approfondimento è quella riguardante la radioterapia all’Ospedale di Ariano richiesta da alcuni partiti e movimenti politici. La frammentazione e la litigiosità delle nostre zone è antica e di tutto c’è bisogno fuorchè di una ennesima contesa di campanile tra la Valle del Calore e l’Arianese.

I fatti sono noiosi ma solo ricapitolandoli si può giungere alla conclusione che la Clinica Villa Maria non ha operato “scippi”. 

La vicenda parte nel 2007 quando la ex Asl di Avellino 1 imponeva con atto deliberativo n.267/2007 alla Casa di Cura di realizzare un impianto di radioterapia. Dopo aver chiesto ed ottenuto le relative autorizzazioni al Comune di Mirabella e alla Asl quest’ultima in data 16 dicembre 2012 dichiarava di non poter esprimere parere perché tutte le autorizzazioni a strutture sanitarie private erano sospese. Dopo altre richieste la Casa di Cura ricorreva contro il provvedimento della Asl presso il Tar di Salerno che con ordinanza n 434/2014 confermata con provvedimento del Consiglio di Stato n.4733/2014 prima sospendeva e poi annullava il provvedimento della Asl.

Tali sentenze venivano notificate alla Asl di Avellino che a quel punto esprimeva parere favorevole alla realizzazione dell’impianto di radioterapia nella struttura di Mirabella e il comune provvedeva ad autorizzare la realizzazione. Inoltre nel gennaio del 2016 i sindaci della Valle del Calore tenevano un assemblea per sollecitare la Regione Campania e la Asl di Avellino ad attivare il servizio di radioterapia nella Clinica Villa Maria. 

La Casa di Cura ha chiesto apposito finanziamento a fondo regionale con l’accoglimento dell’istanza e l’inserimento nella graduatoria con posizione n.310. Questi dunque i fatti e sarebbe buona regola per chi fa informazione e per chi ha l'arroganza di giudicare l'operato altrui di raccoglierli prima di fare brutte figure. 

Sarebbe logico ed opportuno abbandonare inquietanti e anacronistici antagonismi e lavorare per il ripristino della verità.

Redazione Av