Zungoli, dove l'antico è vita

Il premio "Il Flauto d'argento Werner Bishop" a Guido Giannini.

Zungoli.  

“Zungoli: dove l’antico è vita” è lo slogan che campeggia nella sala del Convento francescano dove, domenica 20 settembre, si è tenuta la premiazione de “Il Flauto d’argento Werner Bishop” nell’ambito della XI edizione del premio internazionale per la fotografia promosso da Photo Club di Guardia dei Lombardi.  Come dire, qui il passato si recupera guardando avanti.

Quest’anno il premio è stato assegnato al fotografo napoletano Guido Giannini. Classe 1930, Giannini è stato definito il maestro anarchico dei clic. Fotoreporter per vocazione, ha scelto nel suo lavoro la semplicità senza fronzoli della strada. Napoli è stata (ed è ancora) il suo set preferito, come del resto l’Irpinia e la stessa Zungoli come dimostrano le foto in mostra nel cortile del Convento. Infatti, qui, Giannini ha dedicato una parte importante della sua ricerca artistica.

Alla cerimonia erano presenti: le scrittrici Ilde Rampino e Oriana Costanzi, il giornalista e fotografo Nino Lanzetta, il direttore di Quaderni CinemaSud Paolo Speranza, il fotografo Federico Iadarola. E ovviamente, Guido Giannini.

E’ stato il giornalista e fotografo Nino Lanzetta a sottolineare come «la comunicazione per immagini resista ad ogni cambiamento culturale. Se la telecamera vinse sulla macchina da scrivere, questo non è accaduto per la fotografia. Essa rappresenta un fatto sociale oltre che un documento».  

Come quelle istantanee scattate in Irpinia da Giannini nel periodo pre e post terremoto, in cui spiccano i volti fieri delle donne « testimonianza di una cultura scomparsa a cui, però, siamo ancora legati» ha spiegato Oriana Costanzi nella sua analisi iconografica.

Ilde Rampino ha collegato la figura di Werner Bishop con quella di Guido Giannini: «entrambi hanno scelto l’uomo . Giannini è stato definito anarchico perché non ha mai avuto  limiti ideologici nel suo lavoro. Le sue istantanee rappresentano un flash sul mondo esteriore che costituisce un proprio mondo interiore».

«L’Irpinia dovrebbe sostenere meglio il Premio Bishop  - ha sottolineto Paolo Speranza . Un premio che ha avuto il pregio di portare nel nostro territorio fotografi famosi del calibro di Mimmo Iodice e Federico Scianna fino ad arrivare a Mario Dondero, premiato l’anno scorso e Guido Giannini». 

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Marina Brancato