"Imperterriti fino all'ultimo secondo.Nelle ultime ore della presidenza De Luca e a poche dall’assunzione dei poteri del nuovo governatore, l'ufficio speciale “Valutazioni impatti ambientali” della Regione Campania in data 24 Novembre 2025, con insuperabile stile istituzionale ha emesso il decreto dirigenziale n. 64, con il quale, in ottemperanza alla sentenza del consiglio di Stato n. 5097 /2025, ha inteso rinnovare il procedimento, annullato da ben due sentenze della magistratura amministrativa, per escludere dalla valutazione impatto ambientale il progetto di realizzazione del Biodigestore previsto nel comune di Chianche, nel cuore dell’Areale di pregio Doch “Greco di Tufo”"
E' quanto scrive in una nota il coordinamento dei comuni e del movimento “Nessuno Tocchi L’Irpinia”.
"Un’area questa che non presenta alcuna caratteristica di compatibilità con quanto espressamente previsto dalla normativa regionale in materia le cui criticità inerenti la vocazione agro-naturalistica ,la conformazione geologica, la viabilità, la corrispondenza urbanistica e la pianificazione territoriale, sono state rappresentate dal movimento di opposizione istituzionale e civile e pienamente riscontrate nei due pronunciamenti innanzi richiamati.
Sono trascorsi oltre nove anni da quando nel mese di luglio 2016 un inusuale Bando a chiamata anticipò di pochi giorni l’approvazione della nuova legge regionale sulla disciplina del ciclo dei rifiuti in Campania- la Legge n. 14/2026 - surrogando i principi della pianificazione e della concertazione territoriale con l’autocandidatura in solitaria del più piccolo comune della regione.
All’ “Ato rifiuti Avellino”, da sempre orientato a sostenere anche attraverso procedure amministrative non proprio ortodosse tale scelta, confermata nel piano provinciale recentemente approvato, la si poteva tranquillamente superare se ci fosse stata una seria volontà nell’individuare valide alternative che corrispondeessero ai requisiti di legge e di buon senso, come le tante aree industriali abbandonate o dismesse distribuite sull’intero territorio provinciale, il che avrebbe comportato anche un ragguardevole risparmio di risorse per un investimento che è passato dai 14 milioni di euro iniziali ai circa venti attuali,
Di certo ci opporremo formalmente a questo ennesimo tentativo di deregulation riproponendo un nuovo ricorso alla magistratura amministrativa e mettendo nel conto ulteriori azioni di tutela legale nonché la ripresa di una mobilitazione sui territori.
Al neo presidente della regione Campania Roberto Fico e ai consiglieri regionali eletti, in particolare a quelli irpini, rivolgiamo un accorato appello nell’attenzionare questa vicenda che per le sue complesse e delicate implicazioni non riguarda solo un pezzo di territorio ma l’intera regione rispetto alle sue politiche di sviluppo, di reale difesa e valorizzazione del territorio e all’individuazione di soluzioni sostenibili per quanto attiene l’annosa vicenda del trattamento dei rifiuti e quella ambientale più in generale. La Campania che verrà è questa".
