Stellantis, Fim: mettere in sicurezza lavoro a Pratola Serra

Il sindacato campano chiede un confronto aperto con il gruppo nato da fusione Fca - Psa

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Il settore automotive con Stellantis rappresenta circa il 6% del Pil della Regione

Avellino.  

In vista dell'incontro tra sindacati e vertici europei di Stellantis la Fim campania sottolinea la necessità di tutelare i livelli occupazionali dei più grandi centri di produzione regionali, quello di Pomigliano in provincia di Napoli e quello di Pratola Serra in provincia di Avellino. Soltanto ieri il gruppo, nato dalla fusione tra PSA e Fiat Chrysler, aveva annunciato tagli di 5 miliardi di spese, anche se ha assicurato che non ci saranno tagli al personale, niente cassa integrazione, nessuna chiusura in vista per gli impianti. Ma la preoccupazione dei sindacati è che questo rappresenti solo il primo passo. 

"Per noi della Fim-Cisl Campania il focus resta la salvaguardia del lavoro soprattutto nella nostra regione con lo sviluppo industriale dei siti di Pomigliano che occupa circa 4.376 lavoratori e Pratola Serra con 1.729 lavoratori oltre gli indotti e la capacita' del gruppo di stare dentro queste grandi trasformazioni accelerando la messa in produzione dell'Alfa Romeo Tonale e nuovo motore Ducato, ragionando gia' da subito su nuovi prodotti per consentire la piena occupazione e uscire dal guado degli ammortizzatori sociali". Lo dichiara Raffaele Apetino, segretario generale Fim-Cisl Campania.

"E' necessario tenere un confronto costantemente aperto con l'azienda, che metta al centro della discussione, una strategia di integrazione e valorizzazione dei lavoratori di Fca ora Stellantis che hanno elevate competenze e degli stabilimenti campani tra i migliori del Gruppo in termini di tecnologia e organizzazione del lavoro", continua il sindacalista, ritenendo necessario che "Stellantis metta in campo una strategia industriale che, nel medio lungo periodo, non passi esclusivamente per il taglio dei costi generali ma si concentri sul lancio di nuovi modelli che siano in grado di garantire certezze per il futuro dei siti campani in un contesto di instabilita' del mercato europeo dell'auto".