Scioperano contro un contratto, il rinnovo dell’Anaste, firmato – dicono i sindacati – con sigle che non rappresentano davvero chi lavora. Un contratto peggiorativo, che riduce salari e tutele. Protesta anche davanti la prefettura di Avellino.
La CISL FP, la Fisascat CISL, la FP CGIL, la UIL FPL e la UILTuCS hanno proclamato la mobilitazione dopo la chiusura della controparte, che ha rifiutato di allineare il trattamento economico e normativo a quello previsto dagli altri contratti del Terzo Settore.
“Non possiamo accettare disuguaglianze tra operatori dello stesso settore solo perché lavorano per datori diversi”, dicono i lavoratori. E i numeri, nudi, parlano chiaro: un operatore socio-sanitario sotto contratto Anaste guadagna tra 1.200 e 1.300 euro in meno all’anno rispetto ai colleghi che lavorano con i contratti Uneba o delle Cooperative Sociali. Un educatore perde tra 1.300 e 1.500 euro. Gli addetti alle pulizie arrivano a 2.000 euro in meno. Anche sul diritto alla malattia, il contratto Anaste prevede condizioni peggiori.
Lavoro invisibile, dignità sottratta
Marco D’Acunto, segretario generale della Funzione Pubblica CGIL di Avellino, parla di “sfruttamento” e “contratti rinnovati a cifre irrisorie”: «Oggi si tiene lo sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori a cui viene applicato il contratto Anaste, una di quelle associazioni datoriali che continuano a sfruttare i dipendenti, rinnovando contratti a cifre irrisorie e privi di adeguate tutele. In Campania sono poche le strutture che applicano questo contratto, non solo l’IOsso. Si tratta di lavoratrici e lavoratori che garantiscono servizi essenziali nelle RSA, operando quotidianamente con persone fragili, anziane, disabili e non autosufficienti. Tuttavia, il contratto è stato rinnovato senza il coinvolgimento dei sindacati maggiormente rappresentativi: un accordo che prevede un aumento salariale di appena 50 euro, accompagnato da diritti ridotti e una retribuzione inadeguata. Noi chiediamo che Anaste torni al tavolo delle trattative e sottoscriva un contratto dignitoso, in linea con quelli firmati dalle altre associazioni territoriali nazionali».
Sulla stessa linea Vincenzo Migliore, coordinatore regionale della CISL Funzione Pubblica Campania: «È un contratto che, pur interessando solo poche strutture, coinvolge comunque alcune migliaia di lavoratrici e lavoratori in tutta Italia. Si tratta di personale che opera con persone disabili e non autosufficienti, in un contesto regolato da accreditamenti regionali in cui le tariffe riconosciute sono di gran lunga superiori a quelle previste da questo contratto. Per questo chiediamo che Anaste, l’associazione nazionale, torni al tavolo di confronto per definire condizioni economiche e normative dignitose, in collaborazione con le organizzazioni sindacali confederali, e non con sigle autonome prive di rappresentatività».
