Ciarcia, la candidatura e il cetriolo che avanza sempre

Guida l’Alto Calore sommerso da debiti e disservizi, ma troverà il tempo per fare a botte nel Pd

ciarcia la candidatura e il cetriolo che avanza sempre

Se ti schieri con un partito poi con quale faccia vai a chiedere ai tavoli istituzionali l'aiuto anche di tutti gli altri?

Avellino.  

In principio il Ciarcia papabile alle Regionali era il figlio. Il biondino molto attivo sui social. Poi, sai com’è: tra Peppo e Peppo mio… la scelta non è stata difficile.

Lo hanno quasi costretto. Un dovere accettare, quello di Michelangelo. E nessuna incertezza: lui potrà svolgere entrambi i ruoli senza incepparsi da qualche parte: “È mia intenzione proseguire il mio impegno per la salvaguardia e il rilancio della gestione idrica pubblica, portato avanti con dedizione, perseveranza e dialogo istituzionale”.

No. Non è una comica. Lo ha detto lui, Michelangelo Ciarcia, prima di citare Moro, sai com’è: se uno deve darsi importanza o c’è Moro o altrimenti declini Dorso.

Rilancio della gestione idrica pubblica: della serie “non pensate che lasci l’Alto Calore”, la gallina dalle uova d’oro, la mammella alla quale tutti i partiti, prima o poi, vanno a sfamarsi quando devono trovare colonne infami di voti.

L’investitura, poi, è di quelle autorevoli: l’area Dem, quella di Enzo De Luca. L’ex senatore, ex assessore, ex sponsor del sindaco Foti fu il primo ad utilizzare il metodo capuozzo per lanciarsi come la donna cannone nel panorama regionale, schierando al suo fianco tutti i dipendenti dell’ente idrico. Tutti promossi con un tocco di bacchetta magica.

Quando Pozzoli (il consulente che è stato chiamato a spiegare come si rientra da 120 milioni di debiti, nel frattempo diventati 140, milione più, milione meno) ha analizzato il costo dei dipendenti Alto Calore ha perso intere nottate per descrivere il disastro senza parlare di disastro: troppi e, secondo il contratto di categoria, i più pagati in Italia.

Con l’orda sindacale silente e complice a colpi di settimi livelli e infinite assunzioni di mogli, figli e amanti.

A proposito.

Ciarcia il rilancio della gestione idrica lo immagina con i soldi di Cassa depositi e prestiti (almeno 50 milioni di euro) e con i soldi della Regione (un’altra ventina di milioni di euro).

Ora, se diamo 70 milioni di euro a un idraulico, pure lui si mette a fare azienda e magari dopo un paio d’anni la rete idrica non lascia per strada il 30 per cento della sua portata.

Uno che è a capo di un’azienda che ha più di 100 milioni di euro di debiti, solo a pensare a una candidatura dovrebbe essere preso con il lanciafiamme caro al Governatore.

Se ti schieri con un partito poi con quale faccia vai a chiedere ai tavoli istituzionali l'aiuto anche di tutti gli altri?

Che l’Irpinia abbia il bacino idrico più esteso del Mezzogiorno ma pratichi, all’utente finale, il costo più esoso per i consumi idropotabili era e resta un dettaglio: tra Peppo e Peppo mio basta che avanzi un cetriolo per sapere come va a finire.