Avellino non è una città per donne

Soma promuove un'indagine sugli stereotipi di genere nel territorio avellinese

avellino non e una citta per donne
Avellino.  

Lo scorso anno, esattamente alla vigilia dell’otto marzo, cittadini e cittadine insieme alla rete Soma avviavano un mese di attività specifiche sulla questione femminile: dibattiti, proiezioni film, mostre, laboratori teatrali ed approfondimenti dal titolo “Io sono mia e posso tutto”. L’obiettivo era ampliare la riflessione intorno alla questione femminile nella nostra città, sensibilizzare sulle mancanze di strutture e servizi rivolti alla famiglia, ai minori e in generale ai soggetti in difficoltà che spesso ricadono nell’esclusiva responsabilità della donna. Queste sono troppo spesso bloccate, a causa delle mancanze nei servizi, dal lavoro di cura domestico che le impedisce di soddisfare i propri desideri di crescita professionale.

Con la pandemia, purtroppo, si è bloccato il percorso, rimandando di un anno le attività di mobilitazione e rivendicazione. In questi mesi però la situazione è cambiata, ma in peggio: durante il lockdown sono aumentati i casi di violenza domestica, nonostante il numero di omicidi sia in calo, quello di femminicidi è in aumento e - secondo l’ISTAT - di 102.000 posti di lavoro persi oltre il 90% riguarda donne. Le nostre rivendicazioni sono state purtroppo tragicamente profetiche: sul territorio Avellinese negli ultimi 12 mesi il Piano di Zona ha mostrato tutte le sue lacune e solo grazie al generoso lavoro delle associazioni e al volontariato di cittadini/e impegnati - molti riuniti nella rete “Diamoci Una Mano” - si è potuto socializzare, per quanto possibile, il lavoro di cura e i bisogni di centinaia di famiglie. dichiara Sara, volontaria di Soma.

Ancora una volta i più colpiti dalle conseguenze della pandemia sono i soggetti vulnerabili, in particolare le donne. I dati parlano chiaro: aumento delle violenze domestiche, disparità salariali, perdita del lavoro, oltre che aggravamento della condizione psicofisica dovuto al carico di lavoro domestico conseguenti ai servizi territoriali assenti. Per questi motivi, a un anno dall’intuizione avuta, vogliamo ricominciare ad immaginare una città a misura di donna, a misura delle diversità, in un'ottica di genere. Partiamo oggi dalla sensibilizzazione e promozione culturale, dagli stereotipi che producono disuguaglianze per arrivare alla discussione di nuovi modelli, ruoli e future sfide che possono esprimersi anche nella nostra città. Abbiamo lanciato una sfida per la trasformazione della nostra città e chiediamo a tutti di coglierla ed aiutarci a migliorare la nostra qualità della vita. I primi a farlo sono stati gli attori di Puckteatrè che hanno realizzato un video, con piccoli volontari, trattando la tematica degli stereotipi di genere.

Per tutto il mese di marzo proveremo ad approfondire, divulgare e sensibilizzare la nostra città rispetto a questa specifica tematica, attraverso la comunicazione social e una rilevazione del fenomeno, compilabile al seguente link: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSemMQD9GHHoOEhLPsuI-383-3TNceKu6VYnDGWkC0Y8i6L9 Xg/viewform?usp=sf_link