U.S. Avellino, ora è davvero finita: il Tar rigetta il ricorso

Respinto il ricorso della società di Taccone, ufficialmente fuori dal calcio professionistico

Avellino.  

 

di Marco Festa

L'U.S. Avellino è definitivamente fuori dalla Serie B: è ufficiale. Il Tar del Lazio ha, infatti, rigettato il ricorso non ritenendo il sussistere di alcuna disparità di trattamento in seguito al comunicato federale numero 59 sul cosidetto “caso Finworld”: era questa l'ultima carta giocata dalla difesa del club biancoverde, affidata a Eduardo Chiacchio e Lorenzo Lentini, per ottenere la riammissione in Cadetteria dopo la bocciatura della richiesta di sospensiva d'urgenza dello scorso 7 agosto. Il dado è tratto. È il punto di non ritorno. La società del presidente Taccone paga a carissimo prezzo la mancata impugnazione di un altro comunicato federale, quello 49 del 24 maggio, al cui interno erano indicate le disposizioni - non rispettate, al pari dei successivi termini perentori per ovviare all'errore - per ciò che concerne la fideiussione da presentare a corredo della domanda di iscrizione. Dati di fatto ribaditi oggi dalla Prima Sezione Ter del Tar Lazio in seguito alla camera di consiglio collegiale tenuta ieri: il verdetto, atteso nella serata, era slittato a oggi per il cospicuo numero di processi celebrati. Giù il sipario, mestamente, sul capitolo sportivo, all'ormai ex proprietà del calcio irpino non resta che la possibilità di promuovere azioni civili o penali per provare ad avere un risarcimento economico in altre sedi giurisdizionali. Svanite le residue illusioni: l'Avellino ripartirà dalla Serie D con la SSD di De Cesare, ormai pronta all'esordio assoluto e stagionale. E presto sulle maglie del neo-nato club, preso atto della fine dell'era Taccone, potrebbe ritornare il glorioso logo dell'Uesse: l'accordo con la lungimirante associazione “...Per la storia” può essere, adesso, davvero questione di ore.