Premio letterario Benevento Braille assegnato a Lubonja

Dario D'Auria: "Un eroe. Non solo per quello che ha passato, ma per quello che ha comunicato"

“Per i non vedenti non esiste il concetto di razza, non vedono il giallo, il bianco o il nero. Loro sentono solo l'essenza dell'anima dell'individuo che hanno di fronte”

Benevento.  

E' stato il Museo del Sannio di Benevento ad ospitare la Terza edizione del Premio letterario Benevento Braille che nasce dalla volontà di condividere, con il mondo dei non vedenti e degli ipovedenti, le emozioni che solo un testo letterario può dare, nella sua analisi continua e reale, attraverso la vista ed il tatto.
Quest'anno il libro vincitore è "Diario di un intellettuale in un gulag albanese" di Fatos Lubonja, arrestato nel 1974 per associazione e propaganda contro il regime. Il suo arresto, assieme a quello del padre, direttore della televisione albanese, fu tra i primi di una violentissima campagna scatenata da Enver Hoxha contro quelli che considerava i "liberali" all'interno del regime. Segretario del Forum per i diritti dell'uomo a partire dal 1991, è divenuto l'intellettuale più lucido nell'analisi del periodo enverista dello stalinismo, e soprattutto delle contraddizioni della nuova democrazia albanese.

Prima di ricevere il premio, Lubonja, ieri, è stato ricevuto a Palazzo Mosti dal sindaco Clemente Mastella e dall'assessore all’Istruzione Rossella Del Prete. 
A seguire, al Museo del Sannio la premiazione per il Premio letterario Benevento Braille che ha consegnato il riconoscimento allo scrittore Albanese nonché importante giornalista e analista politico, è un esperto degli equilibri e delle questioni Balcaniche. Grande oratore, anche in lingua italiana, ha avuto importanti riconoscimenti internazionali, tra cui il Premio Moravia. 
Dell'iniziativa ne abbiamo parlato con Dario D'Auria, presidente del Premio Letterario e, che si prefigge anche di far nascere dei punti di lettura braille in uffici pubblici, in particolare nelle sedi delle Sovrintendenze dei Beni Culturali, che sono diffuse in quasi tutti i principali Comuni.

Durante la serata, che ha riscosso un enorme successo, apprezzata l'esibizione di due giovani compositori sanniti che si sono esibiti al pianoforte e al violoncello. Si tratta di Alvise D'Auria e di Emilio Mottola.

“Non è un premio in concorso – ha ribadito Dario D'Auria - qui di premia l'essenza del libro, senza pressioni editoriali. Il premio arriva dal lavoro di un anno del Comitato scientifico. Agli autori, voglio dire che non si devono far condizionare dalla domanda di mercato, ma sono loro che devono condizionare l'offerta, quindi fatevi avanti per le prossime edizioni del Premio letterario”.

Toccanti le parole del presidente del Premio Letterario durante l'incontro al Museo del Sannio: “Per i non vedenti non esiste il concetto di razza, non vedono il giallo, il bianco o il nero. Loro sentono solo l'essenza dell'anima dell'individuo che hanno di fronte”.

Il premio letterario è collegato alla rassegna “A cena con con l'autore”, voluta e curata da La Guardiense, la prima Cantina del territorio che farà etichette in braille” 

L'intervista a Dario D'Auria

Presidente, siamo alla terza edizione del Premio, ci può chiarire gli aspetti?
Come Lei sa, il nostro Premio ha come obiettivo il miglioramento della comunicazione culturale con il mondo dei non vedenti e ipovedenti. E' un destarsi e un destare continuo con messaggi ed iniziative volte a sensibilizzare l'obiettivo di permettere l'accesso alla cultura, l'accesso al libro e a tutto il mondo della letteratura senza difficoltà Non è assolutamente un premio che sostiene le vendite del prodotto libro. Basti pensare che il libro premiato quest'anno non è più in stampa.

Come si è giunti ad individuare il libro e quindi l'Autore?
Il tema scelto dal Comitato Scientifico per il 2018 è stato “ migranti nell'anima”. Un tema rivolto a sensibilizzare la riflessione sul considerare ognuno di noi migrante, volontario o meno. Un cieco è migrante già quando esce fuori dell'uscio di casa propria. Il libro è stato segnalato proprio per la sua forza descrittiva di una migrazione forzata della mente per evadere da una assurda condizione di prigionia. Fatos Lubonja è stato imprigionato quando aveva 19 anni in Albania, soltanto perchè il regime dittatoriale presupponeva potesse nuocere al potere assoluto con la sua libertà di intellettuale. E' stato rinchiuso per 17 anni ! Il suo diario era una migrazione, forse per non impazzire, ma certamente non per vendere un libro.
In un libro bastano poche righe per scatenare emozioni e riflessioni che perdurano e si riflettono sul comportamento del lettore. Nel libro di queste righe ce ne sono parecchie.

Il tema ha a che fare con la problematica dei migranti?
No, se intende il fenomeno del flusso migratorio dall'Africa. Come ho già detto, migranti lo siamo un po' tutti. Aperti all'accoglienza verso gli altri, verso le loro necessità e disabilità, anche temporanee, lo siamo meno. Certo condivido quanto sia importante schierarsi contro chi costringe alle migrazioni, così come contro chi costringe all'accoglienza.

L'Autore, Fatos Lubonja, come va considerato, un saggista, un romanziere?
Va considerato semplicemente un eroe. Non solo per quello che ha passato, ma per quello che ha comunicato.

Mi accennava all'abbinamento di brani musicali, mi può spiegare meglio?
In collaborazione con il Conservatorio di Benevento, abbiamo sviluppato un progetto pilota per accostare al libro scelto una composizione musicale di giovani compositori sanniti, coinvolti emotivamente con la lettura dello stesso. Il brano ha la possibilità di essere veicolato attraverso il libro e viceversa. 
Nel nostro caso, si tratta di brani inediti, eseguiti per la prima volta in pubblico nella cerimonia della premiazione.

Ho avuto la sensazione di un coinvolgimento più ampio per quest'anno? 
Sicuramente, soprattutto nella qualità e nella disponibilità. Siamo onorati di avere il sostegno da parte di entità di tale rilievo e prestigio.