Istituto De La Salle salvo, le perplessità dei genitori

Associazione genitori scuole cattoliche: Grazie all'Arcivescovo, ma non riusciamo ad esultare...

Benevento.  

“Prendiamo atto con vivo compiacimento del rinnovato slancio con il quale la diocesi di Benevento intende promuovere l’Istituto De La Salle”, scrive Nunzia Cesare, presidente provinciale dell'Associazione genitori scuole cattoliche. “Non vi è dubbio che gli intenti e le motivazioni tutte addotte dal nostro Arcivescovo nella recentissima nota a sua firma siano pienamente condivisibili da parte di chi, come tutti i nostri associati e, riteniamo, i genitori degli alunni di una scuola cattolica, hanno creduto e continuano a credere fermamente nel valore aggiunto che una istruzione di tale stampo possa rappresentare per gli studenti e sulla necessità di offrire una offerta formativa alternativa e complementare a quella della scuola pubblica. Ancor più la presa di coscienza da parte della Curia – spiega la presidente Nunzia Cesare - della importanza di questo dato ci conforta e ci solleva, tenuto conto del fatto che nel trascorso travagliato periodo, che ha condotto al tanto agognato e sudato risultato, lo stesso Arcivescovo aveva rappresentato ai nostri delegati, locali e nazionali, le sue personali perplessità in merito soprattutto al nuovo indirizzo di studi del liceo quadriennale, da Monsignor Accrocca stesso definito come “troppo ambizioso”.

Entusiasmo e compiacimento per il cambio di rotta della Curia e per la risoluzione di una vicenda che solo pochissimo tempo fa sembrava destinata ad un inevitabile triste epilogo, che però “tuttavia, non può eclissare le notevoli preoccupazioni legate alle repentine, unilaterali e, per certi aspetti, inspiegabili innovazioni che si sono volute operare con riferimento alla gestione complessiva dell’Istituto, tenuto conto del fatto che, se la situazione si è risolta positivamente, lo si deve essenzialmente, forse potremmo azzardare a dire esclusivamente, al lavoro ed ai sacrifici del team scolastico, comprensivo di dirigente, gestione, professori, collaboratori scolastici in genere e, non da ultimi, i genitori stessi, i quali tutti hanno lavorato alacremente ad un progetto che potesse scongiurare quella che appariva una “morte annunciata” ed accettato sacrifici personali affinchè la scuola non chiudesse i battenti alla fine dell’anno scolastico in corso.

Deve purtroppo constatarsi che di tale circostanza non è stato tenuto conto alcuno. Come possiamo - scrivono dall'associazione - oggi appellarci ai genitori 'affichè investano sulla formazione cristiana dei propri figli', se proprio quegli stessi genitori, e ci riferiamo a quelli degli alunni già iscritti ad oggi presso l’Istituto, sono stati “traditi” riguardo alle rassicurazioni avute circa il perseguimento di criteri di continuità? Che fine faranno quei professori che si sono tanto spesi e personalmente sacrificati e che, per quanto ci risulta, non sono stati ancora riconvocati per il prossimo anno scolastico?

Ricordiamo, innanzi tutto a noi stessi, che un progetto, soprattutto scolastico, laddove si tratta di investire sull’aspetto più importante della vita dei bambini e dei ragazzi, che è la formazione, passa innanzitutto per le persone che ne fanno parte, con il loro tratto professionale ed umano. Non si tratta solo di carte, operazione di restyling e slogan, per quanto si possa convenire sul fatto che ai nostri giorni la comunicazione rappresenta un aspetto fondamentale ed imprescindibile. I docenti, in particolare, sono l’anima della scuola, costituendo fondamentali punti di riferimento per le nuove generazioni che si formano nella stessa. Nel nostro caso poi parliamo di docenti particolari, sempre “curvi sui loro ragazzi” ed attenti alla “relazione più che alla lezione”, che hanno dimostrato grande amore e spirito di abnegazione aderendo ad un progetto che ci pare oggi stia perdendo i suoi connotati ed i suoi partner fondamentali, nel mentre nella scuola, ad anno scolastico non ancora ultimato, si sta già provvedendo ad insediare le nuove professionalità, venute fuori come da un cappello a cilindro.

L’AGESC, pertanto, ci perdoni S.E. l’Arcivescovo, non riesce ad esultare appieno per il ritrovato entusiasmo nei confronti della scuola, e continua a nutrire preoccupazioni e perplessità rispetto al futuro dei figli delle famiglie associate e di tutte le altre famiglie tuttora presenti nella scuola, le quali, con tutta probabilità, partiranno per le vacanze estive senza sapere quale sia il futuro che attende i loro figli al rientro dalle stesse. Se questo è un successo!”, concludono i genitori.