L'Arco e la cultura prêt-à-porter della senatrice 5Stelle

Prima l'amichevole negata, poi le polemiche sulla manifestazione: il giovedì nero del calcio

Benevento.  

di Federico Festa


Don Nicola, a mezzogiorno in punto, tira verso di sé il pesante portone e serra il chiavistello. Se ne riparla dopo la pennichella. Non c'è turista, gruppo o folla che possa interrompere quei tempi.

Per anni. Pure i giovedì. Nessuno scandalo.

Nessuno che si sia mai indignato. Nessuna senatrice si è turbata. Nemmeno un sussulto, un fremito, un battito di ciglia quando orde di giapponesi, o messicani, o statunitensi vengono dirottate altrove perché Santa Sofia, la chiesa-monumento che è già patrimonio dell'Unesco, non è accessibile. Sono soltanto turisti e portano soldi, chi se ne frega.

Lo scanto dei 5Stelle per l'uso dei simboli di Benevento è a corrente alternata, anzi, alterata. Se mille persone si radunano per un vaffaday rappresentano la meglio società.

Se mille tifosi si godono uno spettacolo sportivo, ordinato, rispettoso persino delle aiuole che circondano l'Arco di Traiano, sono frange sguaiate, falangi di un uso distorto e volgare di un monumento nazionale, sporcato niente di meno che da proiezioni di calcio.

Danila De Lucia, neofita frequentatrice delle storiche sale di palazzo Madama, boccia e promuove, separa i buoni e i cattivi, cosa la città possa ritenere cultura e cosa, al contrario, debba chiamarsi spazzatura. Interessando, visto che può, finanche il Ministro.

L'Arco di Traiano ringrazia? Magari la tutela del monumento andrebbe attivata a tutto tondo, evitando – per esempio - che le auto percorrano le attigue via Del Pomerio e viale dei Rettori, minandone la stabilità. La senatrice non si scanta per le auto in sosta addirittura in via Traiano, a un metro dal monumento?

Insomma, chi stabilisce che le proiezioni fatte sulla facciata del Duomo siano lecite, siano cultura, mentre quelle fatte sull'Arco di Traiano siano uso distorto del bene storico?

E quando i 5Stelle che governano Roma non si oppongono alle proiezioni sul Colosseo sono gli originali o devono prima chiedere se imbarazzano qualche insonne sedicente blogger?

Insomma, sembra che alla fine sia proprio il calcio a non andare bene. Neanche quando fa Benevento famosa nel mondo. Ma quando prende pezzi della città abbandonati e ne fa dei gioielli, come il campo Avellola, il calcio è cultura o è spazzatura?

Tant'è. Al calcio vanno chiusi i cancelli dello stadio per una semplice amichevole agostana e nessuna senatrice si turba o s'interroga sul perché. Magari perché quando il popolo indossa una maglietta e si trasforma in tifoso perde la qualifica di meglio società?

La vita è fatta di scelte, alcune le rimpiagiamo, di altre ne siamo fieri. Alla fine siamo ciò che scegliamo di essere. Alla senatrice De Lucia consigliamo meno facebook. Le star del populismo prêt-à-porter Benevento le ha già avute, ora fanno rubriche sui social: la politica e il giornalismo serio sono un'altra cosa.