Crespo: quando la solidarietà fa goal eccellenti

Il consorzio "Sale della Terra": fare prodotti solidali non basta, bisogna farli eccellenti

Benevento.  

Leggi Crespo e pensi a Hernan detto “El Valdanito”, uno che di certo non è passato alla storia per magnanimità, spirito solidale, semmai per il contrario, per la cattiveria, la furbizia, l'egoismo volendo.
Eccellenza, quello sì, è “Crespo” del Consorzio Sale della Terra, una Barbera, quasi ex, in via di divenire Camaiola. Eccellenza come “El Valdanito”, con la differenza che il Crespo calciatore è un'eccellenza nei ricordi, il vino invece è giovane, ha un sicuro avvenire davanti, di gol ne ha da fare e ne può fare ancora tanti.


Eccellenza sì, dal sapore ottimo e anche utile, perché sociale: “Crespo”, il barbera prodotto dal Consorzio Sale della Terra di Caritas, assieme alle altre prelibatezze del consorzio ha un “sentiment” rivoluzionario dietro.
Sì, perché nella rivoluzionaria gestione di Caritas di don Nicola De Blasio, e con l'apporto di Angelo Moretti arriva l'illuminazione: in genere il prodotto “solidale” si compra perché è giusto comprarlo, perché si fa una buona azione, che sia di qualità così così fa nulla.

Mariano Zezza, uno che per mestiere muove soldi tra mercati e conti correnti, essendo bancario prima e volontario poi, ha capovolto questa idea: il prodotto che arriva dal Consorzio, sia il vino, lo spumante o l'olio deve essere comprato perché è buono, perché chi vuol bere un buon barbera o regalarlo a un intenditore sa che non sbaglierà a comprare Crespo, perché chi vuol bere un buon flutes di spumante di falanghina dopo una festa o in un'occasione speciale sa che potrà stappare “Gaudium”, perché chi vuol valorizzare una marchigiana o una bruschetta sa che l'olio del Consorzio è un tripudio di profumi e sapori... che poi siano prodotti solidali, fatti da chi vuol rimettersi in pista dopo aver sbagliato o da chi arriva da inferni lontani meglio ancora.
E dunque, si prendono le terre, si sottraggono all'incuria, si creano strane alchimie in cui lavorano ex pirati somali (avete già conosciuto Geedi, Leggi qui) ed ex marines lavorano fianco a fianco e producono roba eccellente.


Mariano Zezza, direttore della produzione racconta: “E' bello vedere tanti ragazzi degli Sprar o del progetto Libera la pena che si dedicano all'agricoltura di qualità, recuperano produzioni andate perse. Per ora facciamo olio e vino, ma presto cominceremo a produrre anche ortaggi. Ci occupiamo di fare prodotti di qualità, in un momento terribile per il Sannio: qui non c'è più nessuno, restano gli anziani...noi stiamo creando nuove professionalità che si occupano di qualità. Stiamo tenendo vivo un sogno per il Sannio”.


Un sogno che ha anche contorni reali, una filiera che va chiudendosi anche con lo splendido punto vendita realizzato a San Pasquale, a pochi metri da quella cittadella da dov'è partito il miracolo di Don Nicola: “Abbiamo cercato di lavorare a prodotti di altissima qualità, non sottovalutando l'aspetto sociale. Il discorso è semplice: il sociale può rendersi protagonista di un prodotti di eccellenza? La risposta è sì, e il nostro cliente deve sceglierci per quel prodotto eccellente e poi perché serve per aiutare chi ha bisogno. E lavoriamo su prodotti che rappresentano il nostro territorio: olio e vino.


Credo sia importante lavorare così: l'obiettivo è far sentire i ragazzi protagonisti non tanto per farli lavorare, ma facendoli sentire protagonisti di qualcosa di eccellente, cosa che dà un senso completamente diverso al loro impiego. E credo che il Sannio possa uscire dalla crisi così: con la solidarietà e con la qualità”.