Lo scrittore dei borghi:«Il Sannio indifferente al mio libro»

La critica del napoletano Antonio Mocciola alle Amministrazioni dei paesi fantasma

Apice.  

«E’ una questione di qualità» parafrasa tra urlato e cantato Giovanni Lindo  Ferretti nel pezzo “Io sto bene”, tra gli esordi della band dalle evanescenze filo-sovietiche. Una qualità che mancherebbe soprattutto nell’attenzione e nella sensibilità della classe dirigente sannita e del Sud Italia in genere, a detta dello scrittore dei borghi italiani abbandonati, Antonio Mocciola, napoletano, ormai un punto di riferimento italiano e internazionale sulla materia: «A breve – racconta -sarò intervistato dalla tv nazionale brasiliana a Milano, e mi aspettavo nel Sannio, come nel Sud in genere – commenta  tra l’ironico e l’amaro – di essere invitato per presentare e raccontare il mio libro sulle Belle addormentate, specialmente ad Apice, forse il borgo antico che mi ha colpito di più nei miei viaggi su e giù per lo Stivale. Invece è sempre la stessa storia. Troppa indifferenza. Al contrario del Nord e del Centro dove l’attenzione nei riguardi del libro è stata forte». Ad Apice, Mocciola è stato in visita con la tv nazionale tedesca, nel mese di aprile (Otto Channel ha realizzato un servizio per l’occasione), «Ma sedermi e parlare del mio libro mai».

Un’opera, “Le belle addormentate”, sulle città fantasma d'Italia disabitate, dimenticate, perdute in un angolo buio della storia e che raccoglie 82 paesi abbandonati, tra cui quelli sanniti di Apice, Castelpoto e Tocco Caudio.

Eppure, chissà se è un caso, ma qualche settimana fa, le amministrazioni  dei Comuni interessati dai paesi abbandonati, lungo l’asse appenninico campano: (Centola(Sa),Romagnano al Monte(Sa),Roscigno(Sa),Aquilonia(Av), Conza della Campania(Av),Melito Irpino(Av), Apice(Bn),Cerreto Sannita(Bn),Tocco Caudio (Bn), San Pietro Infine(Ce), quasi tutti  menzionati nel libro di Mocciola, si sono radunate nel primo incontro regionale tenutosi presso il comune di Centola/Palinuro (Sa), in un tavolo programmatico per discutere della strutturazione della Rete Regionale dei Borghi Abbandonati della Campania, al fine di firmare un protocollo d’intesa per accedere ai finanziamenti europei.

Che la politica osservi e rubi le idee degli scrittori? «Probabile – commenta Mocciola-  sono 5 anni che mi occupo dell’argomento, stavo persino querelando Il Tg2 per un servizio che aveva chiaramente preso spunto dal mio primo libro, sempre sull’argomento dei borghi abbandonati. E chiesi subito un servizio riparatore, poi mandato in onda. Non sono un tecnico ovviamente, ma scrivendo possiamo dare tanti spunti». 

 Michele Intorcia