Rinvio partenza scuole. Del Prete: attacchi strumentali

L'assessore all'istruzione risponde alle critiche per la posticipata ripartenza

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Benevento.  

“Spiace molto dover reagire agli attacchi strumentali con cui si sta contestando il differimento della riapertura delle Scuole cittadine. Ma la scuola è una questione troppo importante per essere lasciata in pasto a polemiche sterili e fondate su contrapposizioni artificiose, oltre che dannose”.
Così l'assessora all’Istruzione del Comune di Benevento, Rossella Del Prete, risponde alle polemiche sul rinvio della riapertura delle scuole.
“Non occorre ricordare al sindaco cosa prevede la Costituzione e quanto sia fondamentale il diritto allo studio. Fino ad oggi l’intera amministrazione Mastella ha lavorato per tutelare entrambi gli istituti giuridici: prima provvedendo alla sicurezza degli edifici scolastici, poi garantendo un servizio di ristorazione scolastica di qualità, oggi tutelando la sicurezza della nuova accoglienza degli studenti. La decisione di differire l’inizio delle attività didattiche non è stata avventata e, soprattutto, non dipende da ritardi o disservizi creati dal Comune. Tutti i lavori di adeguamento degli spazi, richiesti a fine luglio dai dirigenti scolastici e resi possibili soltanto nella seconda metà di agosto, per i tempi del Ministero, sono stati completati, come previsto, entro il 12 settembre. Soltanto nel plesso scolastico di Piazzale Catullo si stanno completando dei lavori aggiuntivi, resisi necessari, in corso d’opera, per assecondare altre esigenze mosse dai genitori di una classe e che non sto qui a raccontare.

Devo però ricordare, innanzitutto a me stessa, che l’estate ormai passata l’abbiamo impiegata tutti - dirigenti scolastici, assessori, dirigenti e tecnici del comune, oltre al sindaco, naturalmente -, a seguire le varie normative anti-Covid, i bandi del Miur, l’adeguamento degli impianti antincendio, l’adeguamento degli spazi e la nuova collocazione (per nulla scontata in tempo di Covid) di un buon numero di bambini rimasti senza scuola all’improvviso, per la chiusura immotivata di una scuola privata. Non sono stati giorni particolarmente rilassanti per nessuno, ma nessuno si è sottratto alle proprie responsabilità.

Quando, tra le varie interlocuzioni avute con i dirigenti scolastici (di istituti comprensivi e superiori), ma anche con alcuni genitori, ho fatto un sondaggio per sapere quale fosse lo stato dell’arte, se tutto fosse pronto e ben organizzato per riavviare le attività didattiche in sicurezza, sono emerse le varie esigenze: a qualcuno mancavano ancora i banchi, ad altri i termo scanner, ad altri l’organico ordinario e quello straordinario, in alcuni casi il trasporto scolastico dai Comuni della provincia sembrava non essere garantito prima del primo Ottobre, alcuni genitori protestavano per uno spostamento della classe ad altro plesso (sempre per ottemperare alla regola del distanziamento), altri ancora avevano organizzato l’orario di ingresso, opportunamente differenziato, senza tener conto di dover misurare la temperatura a scuola (indicazione arrivata dalla Regione solo pochi giorni fa). Qualcuno dirà:- “ordinaria amministrazione, queste sono le carenze ataviche della Scuola italiana”-. Certamente, ma in tempo di Covid, forse, l’attenzione alla gestione di queste carenze deve essere maggiore. Una settimana in più certamente non risolverà il rischio dei contagi, tantomeno servirà a coprire tutti i bisogni delle scuole, ma è certamente tempo prezioso per riavviare le attività didattiche con maggiore sicurezza.

Mi piacerebbe che i genitori che protestano oggi per l’assenza dei loro figli da scuola per soli sei giorni ricordino poi il valore della frequenza regolare delle lezioni quando organizzeranno le assenze dei loro stessi figli per andare in settimana bianca, tra gennaio e marzo. Intere settimane in cui le classi quasi si dimezzano, segnando - allora si -, la “differenza di censo”, come pure qualcuno mi ha detto: non tra quelli della scuola privata e quelli della scuola pubblica, ma tra quelli che possono andare in vacanza e quelli che “restano” a scuola.

Resto poi basita di fronte alla levata di voce di alcuni pediatri di famiglia, che ricordano le conseguenze negative prodotte dal rinvio di una sola settimana. Tra di loro c’è l’ex pediatra del mio quarto figlio. Ricordo che quando, come mamma “esperta”, tenevo a casa mio figlio anche per un raffreddore ed aspettavo rigorosamente che passassero i “canonici tre giorni” prima di allertare il pediatra, quando poi lo portavo al controllo, di fatto ormai guarito, chiedendo regolare certificato per riportare il bambino a scuola, il dottore eccepiva che non bastava una settimana di assenza, ma occorreva almeno “un mese” per ritenerlo completamente guarito dal “raffreddore”. Quanto ho faticato per difendere il diritto allo studio di mio figlio e cercare di non fargli perdere mesi per ogni raffreddore.

Il problema oggi non è il rinvio dell’apertura delle scuole di Benevento, ma anche quelle di altri Comuni della Provincia e della Regione e quello di scuole già aperte e poi richiuse per via dei contagi.

Abbiamo tutti un grande compito: preparare i nostri studenti, piccoli e grandi, ad iniziare un anno scolastico in piena sicurezza, senza togliere loro l’entusiasmo e l’emozione del primo giorno di scuola, senza “sporcare” un mondo, la scuola, che ha bisogno di maggiore attenzione da parte delle Istituzioni e della Società, ma che, come dice Umberto Galimberti, “dovrebbe approfittare del Covid per fare investimenti strutturali che la cambino per sempre, come ridurre gli alunni per classe, se davvero vuole educare i nostri giovani”. Faccio mio il suo appello, pur restando impopolare: “Salviamo la scuola, riduciamo il numero degli studenti a 12 per classe ed espelliamo i genitori. Infine, sottoponiamo i professori ad un test di personalità e cambiamo il loro sistema di reclutamento”. E’ su questi temi che dovremmo discutere, non sul differimento di soli sei giorni della riapertura delle scuole per motivi di sicurezza.

Quest’anno, a Benevento, le lezioni cominceranno il primo ottobre, mi auguro senza interruzioni e senza disservizi. Buon primo giorno di scuola a tutti”.