Scuole chiuse. "Il sindaco revochi immediatamente l'ordinanza"

Protesta dei genitori e del movimento Civico 22 dopo la decisione di rinviare ancor all'apertura

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Benevento.  

“Ci sono scuole che hanno dichiarato ufficialmente di essere pronte ad accogliere gli studenti in sicurezza e quindi il sindaco Mastella revochi immediatamente l'ordinanza della proroga sulla chiusura delle scuole che a Benevento apriranno il primo di ottobre”. Questo chiedono i genitori e il Movimento civico 22 al primo cittadino di Benevento. Questa mattina presidio sotto Palazzo Mosti, per consegnare simbolicamente a Mastella taccuini e penne in segno di protesta. Protesta attuata da decine di genitori, con al seguito i piccoli alunni che dopo il lookdown per la pandemia, una prima ordinanza per differire l'apertura degli istituti dopo le elezioni regionali, poi un'altra ordinanza che proroga ancora la chiusura di una settimana, hanno deciso di dire basta.

Protesta alla quale hanno aderito anche professionisti come pediatri e psicologi. “Dopo mesi di chiusura i nostri figli – spiega Giovanna Megna – vogliono tornare in classe, vogliono stare con i loro amichetti. Si tratta proprio – ha rimarcato – di una questione psicologica”. Il genitore ed attivista di Civico 22 chiede anche una maggiore chiarezza nelle comunicazioni istituzionali in merito: “Il sindaco ci ha spiegato che le scuole non riaprono per un problema di contagi e sicurezza, l'assessore ieri ha invece fatto riferimento al mancato arrivo dei termoscanner, banchi e altro materiale”.

Contro l'ordinanza che proroga la chiusura anche il gruppo psicologi sanniti che con una nota spiega: “prendendo atto della gravità dell’ordinanza con cui il Sindaco Mastella e i sindaci di altri comuni della provincia hanno posticipato l’apertura delle scuole, chiedono la riapertura delle scuole come preventivato. Il benessere psicofisico di bambini e ragazzi e il diritto all'istruzione non possono essere ancora procrastinati per inadeguatezze politiche o amministrative. La scuola deve essere una priorità. Le conseguenze psicologiche possono essere molto gravi in una situazione in cui i nostri ragazzi sono stati già privati per diversi mesi di un diritto per loro fondamentale. La scuola non è solo trasmissione di contenuti ma è palestra di vita, investimento emotivo, luogo di incontro. In un periodo di così forte incertezza e vulnerabilità per tutti, i bambini e gli adolescenti più che mai hanno bisogno di essere rassicurati attraverso comportamenti coerenti e riferimenti stabili e dunque la scuola, naturale contesto di crescita e accoglienza socio-affettiva, ha il dovere morale e costituzionale di esserci, di resistere. Le istituzioni – concludono - non possono lasciare sole le famiglie, nel rischio serio di una crisi emotiva senza precedenti, soprattutto per le tante e variegate situazioni di fragilità e svantaggio”.