Danni siccità, Giunta Regionale prende atto relazione Comunità montana Fortore

Spina: Per ora una presa d'atto che presto sarà fioriera di risorse per i nostri Comuni"

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Benevento.  

La Regione Campania ha riconosciuto i danni provocarti dalla siccità registrata nel periodo che va da maggio a settembre scorsi. La richiesta alla Giunta regionale era arrivata dalla Comunità Montana del Fortore che spiega: “Per adesso si tratta soltanto di una presa d’atto che tuttavia sarà presto foriera di uno stanziamento di risorse per tutti i Comuni sanniti che rientrano nel territorio dell’ente montano, non prima però d’aver inviato la relativa documentazione al Ministero delle Politiche Agricole che dovrà poi effettivamente stanziare le somme”.

Secondo il presidente Zaccaria Spina infatti: “L’entità delle perdite è stata quantificata, attraverso una approfondita indagine, in 30.865.000, relativamente a colture di cereali, mais, leguminose, oleaginose, tabacco, foraggere e agricole”.

Una situazione difficile che riguarda decine di famiglie e aziende agricole che, si psera presto, potrebbero ottenere gli aiuti. “Non possiamo che essere soddisfatti per questa presa d’atto della Regione Campania – spiega ancora il presidente della Comunità Montana del Fortore, Zaccaria Spina - resa possibile grazie anche alle nostre sollecitazioni all’assessore regionale Nicola Caputo. Quella con cui chiedevamo lo stato di calamità è stata la prima delibera varata dalla Giunta subito dopo il mio re-insediamento. Tuttavia, come ho avuto più volte occasione di sottolineare, sarebbe necessario rimpinguare i fondi ma soprattutto snellire la procedura, che è ancora un po’ farraginosa. L’Istituto giuridico della calamità naturale è difatti un po’ arcaico, e così com’è concepito rischia di vanificare l’effetto risarcitorio del contributo, perché passa troppo tempo tra il periodo in cui si registra il danno e la liquidazione delle somme spettanti. A quel punto – conclude Spina - gli effetti del problema sulle colture si sono propagati e amplificati e quelle somme non coprono più, per intero, l’ammanco che si registra”.