Zazo, ambasciatore eroe in Ucraina cittadino onorario: "a Benevento bei ricordi"

Questa mattina la cerimonia a Palazzo Paolo V. Mastella: eroismo e coraggio

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Benevento.  

Un esempio di coraggio che ispira, inorgoglisce e rende più vicino il rapporto con lo Stato. Benevento ha conferito la cittadinanza onoraria a Pier Francesco Zazo, ambasciatore italiano a Kiev che nei primi giorni dopo l'avvio del conflitto in Ucraina salvò un centinaio di persone e oltre venti bambini, andando ben oltre il proprio ruolo istituzionale. Una decisione assunta dal consiglio comunale nel luglio scorsa che si è concretizzata con la cerimonia di questa mattina in un gremito Palazzo Paolo V.

E Zazo si dice onorato e orgoglioso prima di raccontare l'esperienza della guerra “E' stata un'esperienza dura, quindici mesi intensi, il momento più difficile della mia carriera ma anche un'esperienza molto stimolante, perchè si vive la storia. Il primo mese di guerra è stata un'esperienza durissima, la maggioranza dei connazionali non credeva che la guerra potesse scoppiare, li avevamo avvertiti ma la maggioranza di loro è rimasta, per cui il 24 febbraio si sono riversati in ambasciata e dunque il nostro obiettivo prioritario è stato riportarli in sicurezza per cui abbiamo organizzato vari convogli umanitari”.
Poi le difficoltà di una guerra alla quale, purtroppo, ci si sta abituando “E' inevitabile dopo 15 mesi. Ma è guerra dura e cruenta che da qui appare una realtà lontana. In realtà è una guerra fratricida dell'elevato prezzo di vite umane. Gli ucraini sono più determinati che mai nel resistere ad un'aggressione che prima non consideravano possibile perché arrivava da quello che consideravano il 'popolo fratello', oggi invece, purtroppo, questo atteggiamento è completamente cambiato”.

E poi i suoi ricordi della città “Sono nato qui e da bambino venivo spesso. Ricordo mio zio, Alfredo Zazo che mi portava in giro per musei. Ho bellissimi ricordi...”.

Ricco di spunti il messaggio del sindaco, Clemente Mastella: “Non è stato titubante l’Ambasciatore Zazo, quando con coraggio ed abnegazione, con gesti ripetuti di autentico eroismo, ha salvato vite umane in quei giorni infernali successivi all’invasione. In quei momenti ci siamo sentiti orgogliosi di lei, orgogliosi di appartenere alla stessa comunità. Lei ha dimostrato che a volte ci può essere quasi una disobbedienza per lo Stato, non allo Stato. Avrebbe fatto il suo dovere trasferendosi lontano dal conflitto. La ragione, la logica, il governo le consigliavano questo. Invece la sua mite ostinazione, confortata dai suoi valori, di cui questa nostra terra è ancora testimone, l’ha portata a fare una scelta di cuore, non priva di saggezza. Il suo esempio ci convince di quanto la burocrazia dei messaggi e delle circolari che ingolfano le nostre istituzioni e le nostre vite, possa essere mandata in soffitta. Se i servitori dello Stato si lasciano imbrigliare dalla freddezza dei numeri e non dal calore umano, vince la mediocrità. Abbiamo davanti agli occhi la sua immagine di quei giorni: preoccupata ma serena nel gestire le angosce dei genitori e la innocente apprensione dei bambini. Questa è la declinazione dello Stato che ci piace. Lei non è stato temerario ma coscienziosamente coraggioso. Forse è proprio il coraggio di rischiare che manca ai giorni d’oggi. E ancor di più manca il rischio della pace e della sua conservazione. Lei è autentica testimonianza della bontà quotidiana, generosa, delicata, gratuita, illogica, contrapposta a chi invece tutto calcola, tutto soppesa, anteponendo il proprio vantaggio”.