Differenziata Campania. Sannio virtuoso, poi Salerno, Avellino, Caserta e Napoli

VIDEO - FOTO A Benevento EcoForum Legambiente. Imparato snocciola i dati e rimarca: servono impianti

Benevento.  

A Benevento, presso il nuovo impianto per l'impianto di selezione multimateriale dell'Asia, alle porte della città, si è svolto la nona edizione dell'Ecoforum, “Le filiere industriali dell'economia circolare” organizzato da Legambiente Campania che ha tracciato il bilancio della raccolta differenziata in Campania.

Dopo i saluti dell'amministratore unico dell'Asia, Donato Madaro, del sindaco di Benevento, Clemente Mastella e del presidente della Provincia, Nino Lombardi – che ha sottolineato come presto l'ex Stir di Casalduni tornerà attivo dopo che è stato stilato il cronoprogramma dei lavori, è stata la presidente di Legambiente Campania, Mariateresa Imparato a snocciolare i numeri della raccolta differenziata in Campania con il Sannio sempre più virtuoso.

Imparato, da Benevento ha lanciato anche un appello, accorato, al neo presidente della Regione, affinchè si impegni per la realizzazione degli impianti per il trattamento dei rifiuti. A Benevento anche il già senatore Enzo De Luca, presidente dell'Osservatorio rifiuti della Regione Campania.  

I risultati

La produzione complessiva di rifiuti urbani torna a crescere in Campania: nel 2024 raggiunge 2.616.342 tonnellate, +1,02% rispetto al 2023, nonostante il calo demografico regionale. Il dato pro capite sale a 469 kg/ab (+6 kg/ab), indicando un lieve incremento dei consumi o una minore efficacia delle politiche di prevenzione. La raccolta differenziata continua il proprio percorso di consolidamento: nel 2024 la Campania raggiunge 58,05% di RD, +1,47 punti percentuali sul 2023. La regione si posiziona nel gruppo delle realtà meridionali con performance medio-alte pur restando distante dagli standard delle regioni del Nord. Sono 121 i Comuni Rifiuti Free di Legambiente, quelli dove la raccolta differenziata è di almeno 65% e dove ogni cittadino produce, al massimo, 75 kg di secco residuo all’anno, ossia di rifiuti indifferenziati avviati allo smaltimento. Aumentano anche i comuni ricicloni, sono 340 (erano 323 lo scorso anno) quelli che hanno superato il limite di legge del 65% di raccolta differenziata.

L’ATO Benevento si conferma il più virtuoso con 73,30% di raccolta differenziata. Seguono Salerno (67,99%) e Avellino (62,21%), con sistemi di raccolta maturi e stabili. Buone le performance di Napoli 3 (62,88%), mentre l’ATO Caserta (59,16%) registra il miglior progresso dell’anno. L’ATO Napoli 2 registra un 54,69%, mentre l’ATO Napoli 1 pur crescendo, resta in ritardo con il 45,31% di RD. Tra i capoluoghi spicca Salerno (74,16%), tra le migliori città italiane, Avellino (63,22%) e Benevento (62,98%) confermano livelli superiori alla media regionale. Caserta sale al 62%, mentre Napoli raggiunge il 44,38%, in miglioramento ma ancora lontana dal target. Legambiente ha presentato stamattina a Benevento, nell’impianto di selezione del multimateriale finanziato con i fondi Pnrr che a breve andrà in funzione, il dossier Comuni Ricicloni 2025 nell’ambito della IX edizione dell'Ecoforum di Legambiente Campania dal titolo "Le filiere industriali dell’economia circolare”, organizzato in collaborazione con Asia Benevento.

“Da decenni - commenta Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania - i Comuni Ricicloni campani e le aziende leader del settore hanno rappresentato, spesso in contesti difficili e segnati da emergenze, esperienze pilota di livello europeo, dimostrando che la sostenibilità non è un’utopia, ma una concreta opportunità di sviluppo. Oggi è il tempo di radicare e rafforzare il salto in avanti fatto dalla nostra regione nell’ambito della gestione dei rifiuti. L’economia circolare e la transizione energetica si presentano come la più grande occasione per rilanciare politiche industriali e occupazionali in Campania. In un contesto europeo segnato dal Clean Industrial Deal, la Campania può e deve candidarsi a diventare polo strategico del Mezzogiorno per l’innovazione ambientale, la gestione sostenibile delle risorse, la produzione di energia rinnovabile e la valorizzazione degli scarti. È una sfida che richiede visione politica, capacità di programmazione e un impegno collettivo che sappia coniugare la tutela dell’ambiente con la crescita economica e sociale. Ma è necessario uno scatto in avanti, non più rinviabile, a partire dalla raccolta differenziata fino alle filiere dell’economia circolare. Serve un Piano regionale dedicato ai Comuni “non ancora ricicloni”, quelli che non hanno raggiunto ancora il 65% di raccolta differenziata e che nel 2024 risultano essere 210, comuni che una volta sbloccati potrebbero far fare un importante balzo in avanti alla percentuale regionale di raccolta differenziata. A supporto di questi comuni c’è bisogno di una regia forte e una task force operativa capace di accompagnare e sostenere le amministrazioni locali. È indispensabile intervenire laddove gli Enti d’Ambito, previsti dalla Legge Regionale 14/2016, non hanno garantito il coordinamento necessario per superare le criticità. Occorre completare la rete degli impianti dell’economia circolare, a partire dai biodigestori anaerobici per il trattamento della frazione organica, come quelli inaugurati negli scorsi mesi da Nola a Tufino, senza i quali la raccolta differenziata rischia di rimanere un esercizio incompiuto. Solo dotando i territori delle infrastrutture adeguate sarà possibile trasformare l’organico in energia e compost di qualità, chiudendo davvero il ciclo dei rifiuti. L’appello va alla futura Giunta regionale - conclude la presidente di Legambiente Campania - affinché assuma sul tema una responsabilità politica chiara: bisogna accompagnare i Comuni che ancora non ce l’hanno fatta, ridurre le disuguaglianze territoriali, e fare della raccolta differenziata e del riciclo non solo un dovere ambientale, ma un motore di sviluppo e di economia locale.”

Comuni Rifiuti Free. Sono 121 i Comuni Rifiuti Free, quelli con una percentuale di raccolta differenziata superiore al 65% e una produzione di rifiuto indifferenziato inferiore ai 75 kg per abitante all’anno. La provincia più virtuosa per i Comuni Free spetta a Salerno con il 47% dei comuni sul totale, segue la Provincia di Benevento con il 39%. Più distaccate la provincia di Avellino con il 9% e Caserta con il 12%. Chiude la provincia di Napoli con il 7%. Tra i comuni sotto i 5.000 abitanti in Provincia di Avellino, il Comune di S. Andrea di Conza il più virtuoso, Ginestra degli Schiavoni per Benevento, Mignano Monte Lungo per Caserta, Comiziano rispettivamente per la Provincia di Napoli e Felitto per Salerno. Per i comuni tra i 5.000 e 15.000 in Provincia di Benevento spicca il comune di Montesarchio, Caiazzo per Caserta, Avella per Avellino, Bracigliano per Salerno e Cimitile per la Provincia di Napoli. Per i comuni oltre i 15mila abitanti in testa alla classifica S. Antonio Abate (NA), Baronissi (SA) e Marcianise (CE).

Comuni Ricicloni. Sono 340 i Comuni Ricicloni che, nel 2024, hanno superato il limite di legge del 65% di raccolta differenziata. Ai primi tre posti della classifica generale troviamo Domicella (AV), Cimitile (NA) e Comiziano (NA).

Comuni “Non ancora ricicloni”. Sono 210 i comuni che non superano il limite di legge del 65% di raccolta differenziata e, di questi, 33 comuni sono fermi al di sotto del 45%. Dei 33 comuni il 12% si trova in provincia di Napoli, il 10% in provincia di Caserta, il 7% in provincia di Avellino, il 4% in provincia di Salerno, 0 in provincia di Benevento.

Focus Parchi Nazionali e Regionali. Nel complesso, i due Parchi Nazionali mostrano andamenti differenziati. Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, con i suoi 80 comuni, conferma anche quest’anno performance solide: la raccolta differenziata media raggiunge il 72,94%, con 66 comuni oltre la soglia del 65%. Il Parco si distingue inoltre per la presenza di 31 Comuni Rifiuti Free, il valore più alto in Regione, a testimonianza di modelli gestionali consolidati e di una filiera di raccolta ormai strutturata. Il quadro è meno brillante nel Parco Nazionale del Vesuvio, dove i 13 comuni raggiungono in media il 64,91% di raccolta differenziata (RD), con 6 amministrazioni oltre il 65% e soli 2 Comuni Rifiuti Free. Tra i Parchi Regionali, emergono alcune eccellenze. Il Parco Regionale del Taburno Camposauro si conferma l’area più performante, con una raccolta differenziata media del 77,29%, 13 comuni su 14 oltre il 65% e ben 7 Comuni Rifiuti Free. Seguono, con valori significativi, il Parco del Partenio, che raggiunge il 71,53% di RD con 15 comuni sopra soglia e 5 Rifiuti Free, e il Parco dei Monti Picentini, che pur attestandosi a una RD media del 67,34%, presenta 18 comuni oltre il 65% e 3 Comuni Rifiuti Free, confermando una tendenza alla stabilità nelle performance ambientali. Il Parco dei Campi Flegrei registra una RD media del 70,03%, ma con una forte disomogeneità interna: solo 2 comuni superano il 65% e si conta un solo Comune Rifiuti Free, a fronte della presenza del capoluogo, che incide significativamente sul dato aggregato. Il Parco del Matese si attesta al 66,28%, ma nessuno dei 20 comuni supera il 65%; si rilevano tuttavia 8 Comuni Rifiuti Free. Più complessa la situazione del Parco del Fiume Sarno (RD 62,96%, solo 5 comuni oltre il 65% e nessun Rifiuti Free). Andamento simile anche per il Parco Roccamonfina–Foce Garigliano, che si ferma al 60,74% di RD, con soli 2 comuni sopra soglia e 1 Comune Rifiuti Free. Infine, il Parco dei Monti Lattari, con i suoi 27 comuni, mostra una RD media del 68,31%, con 21 amministrazioni che superano il 65% ma solo 2 Comuni Rifiuti Free.