Pranzo di Natale in carcere a Benevento: l'impegno della comunità di Sant'Egidio

Oggi l'iniziativa che ha coinvolto le autorità con i detenuti della struttura

pranzo di natale in carcere a benevento l impegno della comunita di sant egidio
Benevento.  

Un momento di socializzazione e solidarietà nel periodo delle feste, ma anche un giorno per accendere i riflettori su realtà difficili come quella del carcere. E' l'obiettivo dell'iniziativa promossa dalla Comunità di Sant'Egidio che nella casa circondariale di Benevento oggi ha riproposto il tradizionale pranzo di Natale.

“Questo è uno dei diversi pranzi che proporremo tra le carceri campane – ha spiegato Antonio Mattone della Comunità di Sant'Egidio -, coinvolgendo oltre seicento detenuti scelti tra i più poveri, quelli che non fanno colloqui, gli stranieri, quelli maggiormente in difficoltà. Qui a Benevento l'iniziativa arriva all'indomani del Giubileo dei detenuti a cui abbiamo partecipato ieri a Roma, ascoltando le sollecitazioni del Papa per l'attuazione di misure di clemenza. C'è una grande difficoltà non solo tra i detenuti ma anche tra gli operatori: gli agenti sono pochi ed è difficile lavorare e mettere in atto qualsiasi iniziativa di recupero per i reclusi”,

 

Il pranzo è stato preparato dagli studenti dell’IPSAR “Le Streghe”, con Coldiretti Benevento e il supporto di diverse aziende del territorio. A tavola anche numerose autorità cittadine: il prefetto Raffaela Moscarella, il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, l'Arcivescovo Felice Accrocca.

E la guida della chiesa beneventana ha rimarcato “La civiltà di un popolo si misura riguardo all'attenzione per le realtà più fragili come carceri e ospedali. Credo che sarebbe necessaria più attenzione per questo momento che dovrebbe rappresentare il momento del recupero, anche di chi ha sbagliato. Servirebbero più opportunità e anche pene alternative, occorre l'impegno della politica”.

Il primo cittadino Clemente Mastella invece ha spiegato “Sono fragilità spesso nascoste. Spesso si pensa solo a relegare in carcere queste persone e invece occorre un'azione di solidarietà e rispetto, sia per il rispetto dei principi costituzionali che per quelli di natura cristiana”.

E la neo direttrice della struttura, Marianna Adanti, in una delle sue prima uscite dall'insediamento, ha indicato la priorità da affrontare “C'è una grave criticità che riguarda la carenza di medici di continuità assistenziale. Ho già chiesto supporto ai miei superiori per riuscire a risolverla a tutela della salute della popolazione detentiva”.