Sequestrata discarica abusiva con fanghi e materiali risulta

Operazione della Finanza a Limatola. Prosieguo delle indagini sulla maxi discarica di Sant'Agata

Limatola.  

I finanzieri del Reparto Operativo Aeronavale e dal GICO del Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli questa mattina a Limatola hanno effettuato un sequestro preventivo di una discarica abusiva di rifiuti speciali pericolosi, di due automezzi pesanti, utilizzati secondo le accuse per la gestione di rifiuti non autorizzata. Il decreto di sequestro è stato disposto dal Gip del Tribunale di Benevento nell'ambito di un'inchiesta che alcuni mesi fa aveva portato anche all'arresto di due persone e al sequestro di un'altra discarica a Sant'Agata de' Goti.

L'area finita nel mirino dell'operazione di questa mattina era stata infatti individuata a giugno scorso durante alcune ricognizioni aeree quando i finanzieri, con il supporto dei tecnici dell'Arpac e dei militari della Tenenza di Montesarchio avevano accertato in flagranza di reato gravi violazioni alla normativa ambientale. In quell'occasione furono fotografati lo sversamento e l’interramento di migliaia di metri cubi di rifiuti di ogni genere, tra i quali rifiuti speciali pericolosi provenienti dall’industria agroalimentare, smaltiti illecitamente. L'intera area a Sant'Agata venne quindi sequestrata al pari di 25 automezzi da lavoro, un impianto di trito-vagliatura e vari documenti.

Lo sviluppo delle indagini ha portato gli investigatori a Limatola dove è stata scoperta un'altra discarica nella quale, grazie ai successivi accertamenti tecnici effettuati dai militari del R.O.A.N. di Napoli, dai Vigili del Fuoco che per settimane hanno effettuato scavi e sondaggi, dall'Arpac, dall'Ispra e dal Centro di Competenza regionale Benecon, si è scoperto che all'interno del sito sequestrato questa mattina c'era materiale di risulta derivato dall’edilizia nonché fanghi disidratati, “provenienti verosimilmente dall’industria agroalimentare e, precisamente, dalla lavorazione di pomodori. “Le indagini – spiega il procuratore Giovanni Conzo – proseguono ora con i rilievi tecnici sull’area deturpata e attraverso ulteriori attività investigative finalizzate a delineare il quadro complessivo di responsabilità e connivenze connesse alla realizzazione delle gravi condotte delittuose accertate e che hanno originato i provvedimenti emessi dal Gip”.