Condannato per violenza, esce dal carcere: ucciso un 45enne

Omicidio a Frasso Telesino: la vittima è Giuseppe Matarazzo, arrestato dopo suicidio di una 15enne

Frasso Telesino.  

Pochi giorni fa aveva lasciato il carcere, dove era entrato per scontare una condanna per violenza sessuale. Questa sera l'hanno ucciso alla contrada Selva, dove abitava. Secondo una prima ricostruzione, erano all'incirca le 20.30 quando qualcuno ha esploso alcuni colpi di pistola che non hanno dato scampo a Giuseppe Matarazzo, 45 anni, un pastore di Frasso Telesino, al quale nel dicembre 2011 la Corte di appello aveva inflitto 11 anni e 6 mesi, contro i 10 anni stabiliti nel settembre del 2010 dal Tribunale di Benevento, dinanzi al quale era stato rinviato a giudizio dal gup Sergio Pezza. Che nella stessa occasione, come si ricorderà, lo aveva prosciolto dall'accusa di istigazione al suicidio di una 15enne che si era tolta la vita, impiccandosi, il 6 gennaio del 2008. Per l'uomo era arrivata in primo grado una condanna per atti sessuali con la minore e per violenza nei confronti della sorella, ma non quando la sua età era inferiore ai 14 anni.

Un delitto, quello compiuto questa sera, al centro delle indagini dei carabinieri della Compagnia di Cerreto Sannita e del Reparto operativo, accorsi sul posto quando è scattato l'allarme. Inutili i soccorsi del 118 per la vittima, rinvenuta nel cortile della casa. Immediato l'avvio dell'attività investigativa per risalire a colui che ha fatto fuoco.

Ad accorgersi di ciò che era successo sono stati una zia ed il padre del malcapitato, da verificare la circostanza secondo la quale sarebbero state viste allontanarsi dalla zona due persone in sella ad una moto e con il volto coperto. Il 45enne sarebbe stato centrato da quattro-cinque colpi appena sceso dall'auto.

L'inchiesta dei carabinieri, per la quale Matarazzo era finito in carcere, era rimbalzata all'onore della cronaca il 4 marzo del 2009, quando era stato arrestato. Attenzione puntata sulla terribile vicenda di una 15enne che l'aveva fatta finita nel 2008, nel giorno della festa dell'Epifania. Era uscita per dare da mangiare agli animali, ma non era più rincasata. L'avevano trovata impiccata ad un albero poco distante dall'abitazione, il collo stretto da una corda di nylon fissata ad un ramo. La salma era stata poi sottoposta ad autopsia dal medico legale, la dottoressa Monica Fonzo.

Una storia che gli inquirenti avevano ricostruito ipotizzando che Matarazzo potesse aver approfittato dello stato di vulnerabilità della minore, che aveva un'infatuazione per lui, e che “avesse posto in essere condotte volte a determinare e/o rafforzare in lei il proposito di togliersi la vita”. Una tesi prospettata in un capo d'imputazione – l'istigazione al suicidio - che il Riesame aveva annullato, e dal quale il pastore era stato prosciolto durante l'udienza preliminare.

Interrogato dal gip dopo l'arresto, Matarazzo aveva negato di aver abusato della 15enne, spiegando di aver avuto con lei una relazione costellata da incontri sessuali nei quali non vi sarebbe mai stata costrizione (e lo stesso sarebbe accaduto in precedenza con la sorella). Rapporti che, aveva aggiunto, sarebbero avvenuti comunque quando lei aveva oltre 14 anni e non prima, a differenza di ciò che aveva invece affermato quando era stato ascoltato mentre era in corso l'attività investigativa. Inoltre, in un'udienza del processo di primo grado aveva sostenuto di aver avuto con la ragazza solo un rapporto “platonico”, e di aver stretto con la sorella una relazione sentimentale cominciata nel 2004.

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