Gli hanno chiesto un'informazione, poi gli hanno sparato

L'omicidio di Giuseppe Matarazzo, di Frasso Telesino. In azione due uomini a bordo di un'auto

Frasso Telesino.  

Era uscito dal carcere non per un permesso premio, ma dopo aver scontato una condanna ad 11 anni e 6 mesi. Dopo aver saldato il debito contratto con la giustizia per una vicenda terribile che all'epoca aveva destato un notevole clamore. Una storia tristissima, sfociata nel suicidio di una 15enne che il giorno dell'Epifania del 2008 l'aveva fatta finita impiccandosi ad un albero. Una ragazza di cui lui, avrebbero poi sentenziato i giudici, aveva abusato sessualmente, ma non istigato a togliersi la vita.

Il ritorno in libertà di Giuseppe Matarazzo, 45 anni, un pastore di Frasso Telesino, è però durato un mese. Fino a ieri sera, quando – come anticipato da Ottopagine – è stato ucciso a colpi di pistola davanti alla sua abitazione alla contrada Selva. Rincasato da qualche minuto, era nel cortile in compagnia della mamma.

Secondo una prima ricostruzione, mancava poco alle 20.30 quando entrambi hanno visto arrivare una macchina “grossa” con a bordo due persone. Il passeggero ha abbassato il finestrino ed ha chiesto, con una inflessione italiana nella voce, una informazione sulla strada per Montesarchio, dando l'impressione di essersi perso, e con lui il conducente, in quella zona di montagna e, dunque, di essere finito per caso da quelle parti.

Giuseppe e la madre hanno risposto, poi, mentre la donna si è avviata lungo le scale di accesso alla casa, il 45enne si è avvicinato all'auto, senza immaginare cosa gli sarebbe capitato di lì a qualche istante. L'uomo che aveva rivolto loro la parola, ha infatti fatto fuoco con una pistola. Tre i proiettili di piccolo calibro – ma il numero esatto sarà restituito dall'autopsia che il medico legale Emilio D'Oro eseguirà su incarico del sostituto procuratore Francesco Sansobrino – che lo hanno centrato al torace e, da dietro, all'altezza di una spalla. E non gli hanno dato scampo.

Inutili i soccorsi, niente da fare per la vittima di un omicidio che ora riempie le indagini dei carabinieri, che nell'immediatezza hanno perquisito l'abitazione del papà e del fratello della 15enne - sono assistiti dall'avvocato Raimondo Salvione -, sequestrando tre fucili da caccia legalmente detenuti dal secondo. Entrambi sono poi stati ascoltati dai militari con l'obiettivo di venire a capo di un caso che non si annuncia dei più semplici.

Attenzione puntata anche sulle immagini che qualche telecamera potrebbe aver registrato rispetto al passaggio della vettura. L'ipotesi più accreditata è che il 45enne - i suoi familiari hanno nominato gli avvocati Antonio Leone e Tullio Tartaglia - non conoscesse i suoi interlocutori, e che non abbia nutrito il benchè minimo sospetto quando sono comparsi all'improvviso. Probabile, dunque, che gli assassini non siano della zona, non è escluso che possano essere arrivati da fuori provincia per portare a termine la loro missione di morte. Perchè?

Gli interrogativi non mancano, sullo sfondo, inevitabilmente, il pensiero a ciò che era accaduto il 4 marzo del 2009, quando era stato arrestato in un'inchiesta del sostituto procuratore Anna Frasca sul caso della tragica fine della minore. A Matarazzo erano stati inflitti 10 anni, poi saliti in appello a 11 anni e 6 mesi. Una pena per la quale era stato detenuto fino allo scorso 18 giugno, quando aveva lasciato il carcere. Era tornato a Frasso Telesino, dopo un mese l'hanno ammazzato.

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