"Badante violentata", condanne ridotte per 2 giovani di Reino

La sentenza della Corte di appello su una vicenda accaduta nel 2008

Reino.  

Ridotte in appello le condanne stabilite dal Tribunale di Benevento, il 27 novembre del 2013, per i due giovani di Reino chiamate in causa per gli abusi di cui la sera del 14 novembre del 2008 sarebbe rimasta vittima una badante di nazionalità ucraina, all'epoca 50enne.

In particolare, queste le pene fissate dai giudici di secondo grado (tra parentesi quella iniziale): 5 anni e 2 mesi (5 anni e 6 mesi) a Carmine Verzino (avvocati Vincenzo Sguera e Luigi Diego Perifano), 28 anni, 2 anni e 4 mesi (5 anni e 6 mesi) ad Antonio Gallo (avvocato Fabrizio Crisci e Antonio Verzino), 38 anni. Per entrambi il collegio giudicante presieduto da Fallarino (a latere Rotili e Telaro) aveva anche deciso all'epoca il risarcimento dei danni, da liquidarsi in separata sede, alla donna – parte civile con l'avvocato Roberto Verusio – e il pagamento in favore della stessa di una provvisionale di 5 mila euro.

La sentenza del Tribunale sannita non aveva incrociato le conclusioni, oltre che della difesa, anche della Procura, che aveva proposto l'assoluzione degli imputati dall'accusa di violenza sessuale e la loro condanna a 10 mesi per lesioni.

Secondo la ricostruzione dei fatti operata, al temine del suo lavoro di assistenza ad una coppia di anziani di Reino, che svolgeva dal 2004, la cittadina straniera avrebbe raggiunto un bar per acquistare sigarette e schede telefoniche. All'interno del locale sarebbe stata avvicinata, o si sarebbe intrattenuta con due persone, una delle quali avrebbe cercato di offrirle un caffè che non avrebbe però accettato. Uscita dall'attività commerciale, si sarebbe avviata verso l'abitazione che aveva in uso.

A questo punto, appena aperta la porta, due uomini, che forse l'avevano seguita, o forse la stavano aspettando per consumare insieme alcune birre, si sarebbero infilati nell'appartamento e l'avrebbero malmenata, colpendola anche con una bottiglia di birra. Poi, uno di loro avrebbe rivolto le sue 'attenzioni' sessuali alla 50enne, che la mattina successiva si era confidata con un'amica.

Era stata quest'ultima ad avvertire il datore di lavoro della donna, successivamente condotta in ospedale e giudicata guaribile in dieci giorni. Immediato l'avvio delle indagini da parte dei carabinieri della stazione di San Marco dei Cavoti, che avevano denunciato i due giovani, poi raggiunti da un avviso di garanzia firmato dal sostituto procuratore Giovanni Tartaglia Polcini. Interrogato, Antonio Gallo aveva respinto le accuse, escludendo qualsiasi responsabilità e fornendo la sua versione dei fatti. In pratica, sostenendo che non ci sarebbe stata alcuna violenza, e che sarebbe stato consensuale il rapporto sessuale che Carmine Verzino avrebbe avuto con la donna, che li avrebbe fatti entrare in casa.

Lo stesso Verzino si era presentato spontaneamente in Procura, ripercorrendo le fasi dell'episodio: dall'incontro in un bar del paese, alla presenza di altre persone, fino al rapporto consensuale che avrebbe avuto con la badante, durante il quale sarebbe nato un alterco in seguito al quale la donna sarebbe caduta, ferendosi, ed avrebbe fatto rovinare sul pavimento anche una delle bottiglie di birra, che per questo si sarebbe rotta. Il tutto mentre nell'appartamento si trovava anche Gallo, che non avrebbe avuto alcun ruolo.