Mannaggia a te, Mahmood...

A proposito del festival di Sanremo

Benevento.  

Che magnifico ed imperdibile spettacolo, ragazzi. E non mi riferisco al festival di Sanremo, che non ho visto, e non per snobismo, ma alla canea scatenata dalla proclamazione del vincitore. Non ho ascoltato la sua canzone, non so se sia bella o brutta, meritevole o meno del riconoscimento, ma appena ne ho letto il cognome, è stato fin troppo semplice e banale prevedere ciò che puntualmente è accaduto.

Perchè Mahmood, figlio di madre italiana e padre egiziano, ha dato in un attimo la stura, sui social, ad una valanga di commenti. Non solo di chi non ha legittimamente condiviso il verdetto perchè convinto che ad affermarsi dovessero essere altri, ma soprattutto di coloro che evocano il complotto demo-pluto-giudaico-massonico; dei 'difensori della razza italica', di quelli che ce l'hanno con i radical chic senza neanche sapere cosa significhi, che inneggiano alla primazia italiana.

Insomma, quell'ampia platea alla quale è stato fatto credere che il problema sono sempre gli altri, soprattutto se di pelle scura, e che la ripetizione di slogan e parole d'ordine fuori dal tempo e senza senso sia il modo attraverso il quale far riacquistare dignità ad un Paese. Facendo finta di dimenticare che le condizioni nelle quali ci troviamo sono il frutto di comportamenti collettivi durati decenni, dei quali tutti, in quota parte, siamo responsabili.

Non conosco il talento artistico di Mahmood, non so se ne abbia, ma poco importa. Perchè lui è diventato, inevitabilmente, il bersaglio da colpire - come beneficiario di chissà quali logiche (e se c'entrasse Soros?)- per una fetta dell'opinione pubblica di cui, attraverso gli slogan calati dall'alto, va costantemente eccitato il tratto xenofobo. La faccia cattiva esibita quotidianamente contro quella fastidiosa patologia che affligge quanti sostengono che gli esseri umani sono tutti uguali, e che si battono per il rispetto delle regole ed un mondo nel quale l'incrocio tra culture sia un motivo di arricchimento, non un pericolo.

Alessandro Mahmood, ti sei reso conto di ciò che hai combinato?