Racket delle viti, oltre 8 anni a Labagnara e Coletta

La sentenza del Tribunale. Tre mesi fa a Coletta erano stati inflitti 6 anni

Benevento.  

Otto anni e 6 mesi a Guglielmo Labagnara (avvocato Antonio Di Santo), 71 anni, di Guardia Sanframondi, 8 anni e 4 mesi, applicata la recidiva, a Giovanni Coletta (avvocati Antonio Leone e Gabriele Nuzzi), 59 anni, di Castelvenere. Sono le condanne stabilite dal Tribunale (presidente Di Carlo, a latere Loffredo e Telaro) per due dei cinque imputati coinvolti nell'indagine del pm Patrizia Filomena Rosa e dei carabinieri del Nucleo operativo di Cerreto Sannita sul racket delle viti.

Nel mirino degli inquirenti il denaro chiesto per la guardiania ai proprietari dei vigneti, che sarebbero stati costretti a sborsarlo, tra marzo ed ottobre 2015, per evitare il danneggiamento delle coltivazioni tra Guardia Sanframondi e Castelvenere.

Il collegio giudicante ha escluso la contestata aggravante del numero delle persone – è quella che aveva determinato la fissazione del processo dinanzi al Tribunale-, in linea con quanto aveva fatto, concludendo la sua requisitoria, la stessa dottoressa Rosa, che aveva proposto 8 anni per Labagnara e 7 anni e 6 mesi per Coletta, “ritenendo provata la loro responsabilità”.

In particolare, Coletta e Labagnara sono stati riconosciuti colpevoli di concorso in una estorsione, Labagnara, al quale è stato riconosciuto il vincolo della continuazione, di altre cinque estorsioni. Il 71enne, dal 22 giugno 2018 ai domiciliari su decisione del Riesame, è stato autorizzato a raggiungere domani una clinica della zona per sottoporsi ad alcuni accertamenti.

Prima che i giudici si ritirassero in camera di consiglio, le arringhe dei difensori, che non avevano risparmiato critiche all'operato della polizia giudiziaria, chiedendo l'assoluzione dei loro assistiti

Per Coletta, detenuto a Capodimonte, si tratta della seconda condanna subita nel giro di tre mesi. Il 20 novembre dello scorso anno, infatti, il giudice Anita Polito, che ieri ha depositato le 150 pagine nelle quali ha racchiuso le motivazioni della sentenza, gli aveva inflitto 6 anni per due estorsioni che avrebbe commesso nel paese delle cantine nell'ottobre 2015. Nella stessa occasione, come si ricorderà, erano stati stabiliti 5 anni, per minaccia aggravata, per Annibale Zotti (avvocato Antonio Barbieri), 68 anni, di Solopaca, che rispondeva anche di detenzione illegale di armi e munizioni, ricettazione di un fucile e porto illegale di arma.

Zotti era invece stato assolto, perchè il fatto non sussiste e non costituisce reato, da alcuni capitoli riguardanti le armi e dalla ricettazione. E ancora: 4 anni, per minaccia aggravata a Raffaele Cavaiuolo (avvocato Ettore Marcarelli), 59 anni, di Solopaca, e, per la stessa accusa, 3 anni ad Antonio Zotti (avvocato Angelo Leone), 42 anni, di Solopaca.

Tutti gli imputati erano stati colpiti nel marzo 2017 da un'ordinanza di custodia cautelare che il Riesame aveva però annullato. Di qui un'ulteriore attività investigativa che, corroborata anche dal contenuto di alcuni colloqui registrati nella casa circondariale di contrada Capodimonte, era sfociata, cinque mesi più tardi, in un nuovo provvedimento restrittivo, stavolta confermato dal Tribunale della libertà.