"La tutela dei diritti e gli avvocati sono sotto attacco"

Convegno in Tribunale su rappresentanza e rappresentatività dell'ordinamento forense

Benevento.  

Il momento storico non è dei migliori, tutt'altro, e le riforme in discussione trasudano da ogni poro una spinta sempre più forte alla compressione della tutela dei diritti, dirottata, al pari della composizione dei conflitti, verso altri lidi. Reazione “emotiva” ad una fase di crisi che la nostra società vive, che sfocia “nella sufficienza, se non il fastidio con cui vengono visti i diritti”. Che, dunque, sono “sotto attacco” come coloro che li difendono: gli avvocati.

Di qui la necessità, per l'avvocatura, di una rappresentanza, che “comporta l'assunzione di responsabilità nei confronti di una comunità”, in grado di tradursi in rappresentatività, nell'esercizio della prima. E' la “sfida” che l'attende: elaborare “una sintesi efficace delle istanze di una molteplicità di associazioni”.

Rappresentanza e rappresentatività: sono i due termini, articolati in più organismi (Ordini, Consiglio nazionale forense, Organismo congressuale forense, Congresso) attorno ai quali si è sviluppato il convegno organizzato questa mattina in Tribunale, al quale hanno partecipato anche il presidente, Fabio Benigni, e due consiglieri dell'Ordine di Avellino, Elvira Festa e Antonio Famiglietti.

Alberto Mazzeo, presidente dell'Ordine forense di Benevento, ha definito come “di grave difficoltà il periodo che vive l'avvocatura, colpita senza rispetto da istituzioni e legislatore, da provvedimenti improntati al massimo della schizofrenia che restituiscono la tendenza alla delegittimazione delle istituzioni rappresentative, con una instabilità che potrebbe far entrare in campo altre forze”.

Francesco Del Grosso, consigliere dello stesso Ordine e componente dell'Organismo congressuale forense- Distretto di Napoli, ha affondato il bisturi nella piaga della “regressione culturale” in cui il Paese è precipitato, “dell'approccio populistico della maggioranza di governo” nei confronti del processo penale (“Aumento delle pene, blocco della prescrizione, nuove carceri mentre i palazzi di giustizia cadono a pezzi”) e di quello civile, “con vecchi progetti già contrastati dall'avvocatura”.

A moderare i lavori l'avvocato Eugenio Carbone, che, dopo aver ricordato che “in passato si è andati verso il presentismo politico, per mantenere e raccogliere consensi”, ha richiamato l'attenzione sulla “consapevolezza che come avvocati dobbiamo avere: al di là di regole e forme, ciò che conta è l'agire, la risposta ai problemi”.

Giovanni Malinconico, coordinatore Organismo congressuale forense, e Giovanni Stefanì, presidente dell'Ordine degli avvocati di Bari e componente Coordinamento Organismo congressuale forense, hanno sottolineato che l'Organismo congressuale forense “deve attuare i deliberati del Congresso, portandoli alle mediazione con la politica, le parti sociali, la magistratura e l'opinione pubblica”.

Occorre – hanno aggiunto – “che l'avvocatura abbia una voce indipendente, autonoma, oltre a quelle che sono sotto la vigilanza del ministero della Giustizia”, di fronte ad un mutamento “odioso” per chi indossa la toga: l'assenza di tutele per tutti. Perchè “l'avvocatura è tale solo se ha un ruolo di garante dei diritti nella giurisdizione, dinanzi alla giurisdizione”.

 Last but not least, l'intervento di Francesco Petrillo, docente di Teoria dell'interpretazione giuridica presso l'Università del Molise, che a gennaio, su richiesta di alcuni consiglieri, ha redatto un parere sulla sentenza delle sezioni unite della Cassazione relativa alla questione dell'ineleggibilità di chi ha svolto due mandati in Consiglio, ora al vaglio della Corte costituzionale. “Si tratta di un tema - ha concluso- che mi pone una sola preoccupazione: la giusta competitività non faccia dimenticare agli avvocati la necessità di difendere la loro rappresentatività”.