Un gatto ferito a Pacevecchia e l'indagine su una vigilessa

No all'archiviazione chiesta dalla Procura, il Gip ordina altri 6 mesi di attività investigativa

Benevento.  

E' una storia di cui ci siamo occupati una decina di giorni fa, quando abbiamo dato conto della camera di consiglio fissata dinanzi al gip Loredana Camerlengo, chiamato a decidere se archiviare, come chiesto dalla Procura, certo non dalla parte offesa, l'inchiesta per omissione in atti di ufficio a carico di una vigilessa del Comune di Benevento.

Una proposta, quella avanzata dal Pm, che il giudice non ha accolto, disponendo altri sei mesi di attività investigativa, per approfondire alcune questioni.

La vicenda risale alla sera del 14 giugno 2016: mentre era in servizio presso la centrale operativa della polizia municipale, l'agente aveva ricevuto una telefonata con la quale una donna le aveva segnalato la presenza in via Cifaldi, a Pacevecchia, di un gatto ferito. Lei aveva replicato che da tempo non era a disposizione dell'ufficio l'elenco dei reperibili del Servizio veterinario dell'Asl, quindi aveva provato a contattare, inutilmente, un paio di veterinari, dopo averne ricevuto dall'Enpa i numeri delle utenze.

L'identica segnalazione sul gatto era poi stata fatta dal presidente dell'associazione 'Gli amici di Snoopy', ai quali l'indagata aveva illustrato la difficoltà di trovare il personale Asl deputato ai casi di soccorso e recupero delle carcasse di animali. Lo stesso presidente aveva poi raggiunto il Comando dei vigili, dove gli era stata ribadita la problematica. Argomenti che non avevano evidentemente convinto il suo interlocutore, che aveva presentato una denuncia che aveva innescato l'indagine nei confronti della vigilessa, difesa dall'avvocato Vincenzo Sguera.

Dopo aver premesso che “deve ritenersi assurdo che singoli cittadini, dotati di senso civico, debbano farsi carico di compiti per i quali appositi organi della pubblica amministrazione risultano retribuiti, per sopperire all'inerzia di questi ultimi”, la dottoressa Camerlengo ha ritenuto che "non sia stata svolta sufficiente attività d'indagine” ed ha ordinato che venga accertato “se effettivamente nel periodo in questione il servizio veterinario dell'Asl avesse omesso di comunicare al comando dei vigili urbani i turni di reperibilità; “se vi sia stata risposta alle telefonate del presidente dell'associazione” dopo una determinata ora, e se “effettivamente l'indagata abbia cercato di contattare senza riuscirvi alcuni veterinari”.

(foto di repertorio)