I conflitti d'interesse e quello di Mastella con i grillini

Le polemiche politiche e il mancato rispetto della regola del silenzio

Benevento.  

C'è una regola di base che va osservata quando si fa un mestiere come il mio: mai affrontare argomenti che ti tirano in ballo direttamente o chiamano in causa la tua famiglia. Farlo significa esporsi al comprensibile sospetto, che finisce con il rendere inutile ciò che si scrive, che tutto nasconda un interesse. Il risultato? Apologia o denigrazione tout court. L'esaltazione acritica o il fucile puntato, cambia poco perchè entrambi i casi rappresentano comunque l'espressione di un conflitto, appunto, di interesse.

Un esempio semplice semplice: se, dopo aver lavorato per un'azienda, avvio, al termine del rapporto professionale, vertenze di ogni tipo, credete sia corretto occuparmi di quella impresa, magari per sottolinearne, intingendo il pennino nell'inchiostro del rancore e del risentimento, le criticità, i problemi e le difficoltà? Certo che no, ovviamente, perchè sarebbe soltanto la prosecuzione di uno 'scontro', che ha implicazioni, nella sua genesi, non per la collettività ma per il singolo, lungo percorsi tortuosi che non la riguardano.

Valesse questa impostazione anche nel mondo politico, non assisteremmo a speculazioni e strumentalizzazioni di ogni genere su situazioni che dovrebbero indurre all'astensione ed al silenzio, in una logica di correttezza, quanti si sbattono perchè hanno il 'dente avvelenato' contro tizio o caio, contro questo o quell'ente. Insomma, la funzione pubblica svilita a strumento di vendetta. Non c'è da meravigliarsi, è il tempo che viviamo e nel quale siamo immersi fino al collo.

Anche il sindaco Clemente Mastella ha, paradossalmente, il suo 'conflitto di interesse'. Ce l'ha con i 5Stelle, con i quali molto spesso, d'iniziativa o come reazione, battibecca legittimamente sulle questioni che investono Benevento. Eppure, a ben valutare, Mastella dovrebbe ringraziarli ogni giorno, i grillini. Perchè, al di là del notevole consenso ottenuto, infilandosi con tempismo e fiuto sul mercato di una offerta elettorale incompleta, deve anche a loro, o soprattutto a loro, che nel 2016 sembravano in grado di raccogliere ogni forma di malcontento sulla scia della montante onda populistica, il suo successo e la conquista dello scranno più alto a Palazzo Mosti.

'L'usato sicuro ed affidabile' contro l'incertezza, si disse all'epoca commentando candidature e risultati delle urne. E' evidente che è impossibile chiedere al primo cittadino di restare a bocca chiusa di fronte alle polemiche. Talvolta, però, l'afonia ha più peso di una risposta piccata.