Crollo viadotto, anche il Riesame conferma il no al sequestro

La Procura aveva impegnato la decisione del Gip. Undici gli indagati

Benevento.  

Respinto dal Riesame (presidente Pezza, a latere Polito e Loffredo) l'appello presentato dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo contro l'ordinanza con la quale il gip Maria Ilaria Romano aveva detto no al sequestro preventivo del viadotto e del relativo tratto stradale, e anche a quello dei beni di alcuni indagati, chiesto nell'inchiesta sull'appalto per la realizzazione di una strada di collegamento, per un importo di circa 4 milioni di euro, tra le aree Pip di Reino, San Marco dei Cavoti e Molinara, interessata dal crollo del ponte sul torrente Tammarecchia e di una parte dell'arteria, chiusa alla circolazione.

Venerdì la discussione del sostituto Maria Colucci (per la Procura) e, tra gli altri, degli avvocati Angelo Leone, Roberto Prozzo, Luigi Diego Perifano, Vincenzo Sguera e Guido Principe, difensori delle undici persone chiamate in causa. Si tratta di direttori dei lavori, progettisti, collaudatori, dirigenti del Comune di Reino, legali rappresentanti delle imprese esecutrici, ai quali vengono contestate, a vario titolo, le ipotesi di reato di truffa, falso e crollo colposo.

L'elenco include Carlo Camilleri, Sergio Iadanza, Giuseppe De Rienzo, Matteo Donato Sebastiano, di Benevento, Bruno Borrillo, di Molinara, Donato Antonio Tornesello, Michele Valente, Americo Travaglione, di San Marco dei Cavoti, Pietro Boffa, di Reino, Antonio Chiusolo, Francesco Chiusolo, di Baselice.

Secondo gli inquirenti, l'intervento di costruzione della strada non sarebbe stato eseguito a regola d'arte, e non sarebbero stati operati i necessari accertamenti sullo stato dei terreni sui quali era stato edificato il viadotto.

Ancora non fissato invece, ma a Napoli, l'appello della Procura contro il no dello stesso Gip alla richiesta di divieto di esercizio della professione, e dell'attività imprenditoriale, proposta per tre ingegneri e i titolari di due aziende.