Bacinella come culla per Mario, il suo spirito vagava in casa

Così Pierina, indagata per l'abbandono 85enne di Grottaminarda trovato senza vita a Benevento

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Benevento.  

Ha ripetuto passo passo ciò che aveva già dichiarato al sostituto procuratore Marilia Capitanio ed alla Squadra mobile. Stavolta lo ha fatto dinanzi al gip Gelsomina Palmieri (a destra nella foto, all'uscita) chiamato a convalidare il fermo di polizia giudiziaria nei confronti di Pierina Gogliucci, la 64enne di Grottaminarda ritenuta responsabile di aver abbandonato Mario Rocco Castellano, l'85enne che lei accudiva da dodici anni, rinvenuto cadavere nella tarda serata di sabato in un parcheggio dinanzi all'ospedale Rummo, a Benevento.

Ospite del reparto di psichiatria dell'Asl, ubicato al Rummo, dove, come anticipato ieri da Ottopagine, è stata trasferita, dal carcere, per il rischio concreto di gesti autolesionistici, la donna – è difesa dall'avvocato Gerardo Giorgione– ha ripercorso in un'ora le fasi della drammatica vicenda. Sostenendo di essersi accorta che lui non respirava più intorno alle 13 di sabato. In mattinata lo aveva lavato, lei non lo avrebbe spostato dal letto per due ore, perchè il suo spirito vagava ancora in casa.

Poi, ha aggiunto, avrebbe deciso di esaudire l'ultimo desidero che Mario le avrebbe confidato: essere portato al Rummo di Benevento, dove era già stato ricoverato e curato, perchè lì lo avrebbero riconosciuto. Per questo Pierina, dopo averlo avvolto in una coperta, aveva adagiato il fragilissimo corpo dell'anziano in una bacinella grande, come se fosse una culla, che aveva trascinato dal terzo piano, fino in strada. L'aveva caricata sul sedile lato passeggero della sua Lupo e si era messa in marcia alla volta del capoluogo sannita. Una volta arrivata, aveva scelto di non guadagnare l'accesso all'ospedale – questa la sua versione – nel timore che le potesse essere addebitato qualcosa. Aveva fatto pochi metri, infine si era fermata in quella piazzola di sosta.

Era scesa dall'auto, aveva tirato fuori la bacinella ed aveva provato inizialmente ad appoggiare Mario su una panchina. Non ce l'aveva fatta, allora lo aveva scaricato sull'asfalto ed era andata via. Non prima di essersi fatta il segno della croce e di aver 'benedetto' allo stesso modo quel corpo esanime che resterà li, da solo.

Un racconto dal quale sembrano emergere i tratti di una condizione di disagio psichico per la quale l'avvocato Giorgione ha sollecitato una consulenza sullo stato di salute mentale della sua assistita. La parola passa ora al giudice, che dovrà decidere quale misura cautelare disporre – il Pm ha proposto il carcere – per l'indagata.

Questo pomeriggio, intanto, il Pm affiderà al dottore Lamberto Pianese l'incarico dell'autopsia, che dovrà stabilire cosa abbia causato la morte di Mario – un fratello e due nipoti che vivono al Nord, parti offese, sono rappresentate dall'avvocato Roberto Pulcino. Una storia terribile che per le sue tragiche e sconcertanti modalità ha inevitabilmente avuto una larghissima eco. E' stata racchiusa nelle ipotesi di reato, contestate alla 64enne, di abbandono di persone minori o incapaci seguito da morte, per aver abbandonato l'anziano all’interno della propria abitazione in condizioni igieniche precarie, omettendo di nutrirlo e curarlo adeguatamente fino a cagionargli la morte, e di aver tentato di occultare il cadavere su pubblica via.