Salvini, Mastella e il vengo anch'io no tu no

Il diario ai tempi del Covid-19

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Benevento.  

Giorno 27 anno Domini 2020. I due non si sono mai pigliati, e chissà mai se accadrà. Nulla può essere escluso perchè, come l'esperienza insegna, sotto il cielo della politica può capitare che colui che fino all'altro ieri era un avversario, diventi, all'improvviso, il migliore amico. Una questione quasi sempre di convenienza, di interesse reciproco, che talvolta prevale su vecchi rancori e spinge a sotterrare l'ascia di guerra.

Una intenzione che non sembrano avere, in questo momento, il capo della Lega Matteo Salvini e il sindaco di Benevento Clemente Mastella, che non perdono occasione per battibeccare a distanza. I personaggi sono noti: l'ex ministro dell'Interno ha abbandonato da qualche tempo ogni velleità secessionista e punta ad accreditarsi come leader di respiro nazionale; capace, dunque, di raccogliere le istanze di tutti i territori e non solo quelle delle aree del Nord nelle quali il movimento è nato ed è fortemente radicato.

Fino allo scorso agosto era al governo con i grillini: un'esperienza che gli è valso, soprattutto grazie alla faccia feroce contro l'immigrazione avallata dagli alleati, uno straordinario aumento del consenso elettorale che ha portato il suo partito ad essere il primo in Italia.

Poi c'è Mastella, che da quattro anni è al vertice dell'amministrazione comunale dopo aver ricoperto in passato incarichi di prestigio a livello governativo. Da sempre è l'alfiere di un meridionalismo che secondo i suoi detrattori è declinato in forme che rimandano a criteri assistenzialistici, lui continua senza tregua a sventolare la bandiera di un Sud che li respinge e chiede, al contrario, infrastrutture e servizi.

Che la giacca di primo cittadino sembri stargli un po' stretta, non sembrano esserci dubbi, così come non ne sussistono rispetto al desiderio di essere comunque al centro dell'attenzione pubblica anche nazionale. Da questo punto di vista, entrambi non rifuggono la ribalta mediatica, alla quale hanno offerto più argomenti negli ultimi due mesi.

Tutto è iniziato durante i venti giorni trascorsi tra la presentazione ed il ritiro delle dimissioni di Mastella: prima i rappresentanti locali, poi lo stesso Salvini avevano annunciato che non avrebbero sostenuto Clemente Mastella per una nuova esperienza amministrativa a Palazzo Mosti, nè Stefano Caldoro come candidato del centrodestra alla Regione.”Mai con la Lega”, aveva ribattuto Mastella, che aveva poi bacchettato il leghista, sorpreso in strada, a Roma, a marzo (“Sono uscito a far la spesa, non a fare una passeggiata”). “A fare la spesa può andare uno per volta. E' stato un atto irresponsabile”, aveva commentato Mastella, che lo aveva poi criticato anche per la recita dell'Eterno riposo in tv con Barbara D'Urso.

La frequenza degli scontri è aumentata negli ultimi giorni, con l'intervento di Salvini su Villa Margherita e il Centro Minerva di Ariano Irpino (“Non lasciateli soli”). “È davvero incredibile, quasi inconcepibile, che Salvini si occupi di queste vicende mentre, invece, trascuri, assieme ai suoi responsabili regionali, quanto si è verificato proprio nelle vicinanze di uno dei suoi sindaci campani con i quali è in contatto in merito a tali problematiche”, ha affermato Mastella, che ha poi invitato a rinviare le polemiche al termine dell'emergenza.

Il leghista non l'ha ascoltato ed è tornato nuovamente all'attacco sugli ospedali. “Due ospedali vuoti e chiusi (Cerreto Sannita e San Bartolomeo in Galdo) e un altro da utilizzare meglio (Sant’Agata de’ Goti)”, ha tuonato il capo del Carroccio. Al quale ha immediatamente replicato l'ex ministro della Giustizia: “Salvini, evidentemente in crisi di astinenza da potere, farnetica. E continua a fare dichiarazioni senza conoscere luoghi e questioni sulla Campania e sul Sannio".

E' sufficiente per dire basta o dobbiamo aspettarci, mentre tutt'intorno è solo paura e dolore, che i due continuino a beccarsi nel nome del vengo anch'io no tu no?