Gole di Caccaviola a Cusano, inchiesta chiusa: nove indagati

Terminata l'attività investigativa del pm Assunta Tillo. Ipotizzati abuso d'ufficio e omissione

gole di caccaviola a cusano inchiesta chiusa nove indagati
Benevento.  

Sono nove le persone 'avvisate' dal sostituto procuratore Assunta Tillo al termine dell'inchiesta su alcune vicende accadute a Cusano Mutri. L'elenco si apre con il sindaco Giuseppe Maria Maturo, 54 anni, e prosegue con Carlo Di Biase, 33 anni, Pietro Crocco, 37 anni, Marisa Croce, 35 anni, Maria Concetta Petrillo, 33 anni, all'epoca dei fatti- dal giugno 2014 “all'attualità”- assessori e componenti la giunta comunale; Pietro Iamartino, 67 anni, Nicola Russo, 48 anni, di Apollosa, chiamati in causa come responsabili dell'ufficio tecnico del Comune di Cusano Mutri, Antonia Tammaro, 61 anni, e il marito, Fioravante Prece, 67 anni.

A questi ultimi è contestato, in concorso con Maturo e gli altri amministratori, una ipotesi di abuso d'ufficio ravvisata nel presunto “ingiusto vantaggio patrimoniale” che sarebbe stato loro procurato con una delibera del 2014 attraverso la quale sarebbe stato affidata all'Associazione sportiva dilettantistica 'Matese escursioni', con Prece e Tammaro alla presidenza in due distinti momenti, l'esclusiva di guida ufficiale del Comune di Cusano Mutri per quattro percorsi naturalistici: “Le gole di Caccaviola”, “Palestra di arrampicata in piazza Orticelli”, “Sentiero del salto dell'orso” e “Miniera di bauxite”. In questo modo, sarebbe stato consentito alla 'Matese escursioni' di organizzare e gestire i percorsi avventura a pagamento, “in assenza di qualsivoglia autorizzazione”.

Per Maturo e Russo, invece, un addebito di omissione in atti di ufficio, perchè nell'agosto del 2018 non avrebbero adottato i provvedimenti necessari “ad impedire la fruizione da parte del pubblico dei percorsi attrezzati” prima ricordati, e a “ripristinare lo stato dei luoghi come ordinato dal Genio civile”, rimuovendo strutture e attrezzature che sarebbero state realizzate senza “le prescritte autorizzazioni idrauliche e demaniali”.

L'ultimo capitolo, per abuso d'ufficio, coinvolge Maturo e Iamartino ed è relativo al presunto “ingiusto vantaggio patrimoniale” di cui avrebbe goduto dal 2012 al 2014 il primo cittadino, consistente nell'acquisto “di una porzione di una strada comunale in contrada Ratello, confinante con due particelle del terreno di proprietà di Maturo”.

Difesi, tra gli altri, dagli avvocati Antonio Barbieri, Marcello Severino, Alberto Mignone e Antonella Tornusciolo, gli indagati hanno ora venti giorni a disposizione per depositare memorie o chiedere di essere ascoltati; esaurita questa fase, il Pm provederà alle eventuali richiesta di rinvio a giudizio.

Come si ricorderà, nel novembre del 2019 era stata conclusa un'altra indagine a carico di Maturo e altre due persone per una presunta tangente chiesta a Cusano Mutri ad un imprenditore edile sui lavori di somma urgenza, già liquidati, per la sistemazione delle sponde del torrente Titerno dopo l'alluvione dell'ottobre 2015.