Concorsi, mazzette e i sogni infranti di chi non ce l'ha fatta

L'indagine sui concorsi restituisce un fenomeno duro a morire nel nostro Paese

concorsi mazzette e i sogni infranti di chi non ce l ha fatta
Benevento.  

In attesa degli interrogatori di garanzia, che consentiranno ai destinatari delle misure, se non si avvarranno della facoltà di non rispondere, di offrire la loro versione sui fatti contestati, resta la vastissima eco che dall'alba ha avuto l'inchiesta sui concorsi per vigili del fuoco, guardia di finanza, polizia e carabinieri.

Era già accaduto quando nel mirino degli inquirenti erano finite promesse di assunzione in cambio di denaro, ma stavolta il clamore scatenato dalle notizie è stato nettamente più marcato rispetto al passato. Era inevitabile che accadesse, perchè la storia tratteggiata nella voluminosissima ordinanza ha chiamato in causa le sorti dei tantissimi che prendono parte alle selezioni con la speranza di poter indossare una divisa ed assicurarsi un'occupazione ed una retribuzione stabili.

In quelle 1175 pagine vergate dal gip Vincenzo Landolfi, che ha accolto quasi del tutto le richieste del sostituto procuratore Francesco Sansobrino, è contenuto uno spaccato inquietante di un fenomeno duro a morire nel nostro Paese. Per adesso, manco a dirlo, siamo alla prospettazione di ipotesi di reato che dovranno reggere l'urto di ulteriori vagli; nel frattempo, però, appare comprensibile la rabbia di quanti, da ore, sui social, si sono letteralmente scatenati.

Leggere di 'scorciatoie', di piste privilegiate battute in cambio di denaro, per superare gli altri, è oltremodo mortificante. Perchè chiama in causa il modus operandi di determinati pubblici ufficiali evidentemente pronti a tutto di fronte alle presunte – allo stato restano tali – mazzette ricostruite dagli inquirenti, e mortifica gli sforzi e l'impegno di coloro che sono stati estromessi. Migliaia di giovani che sono stati costretti a riporre il loro sogno nel cassetto o a ritentare, fino allo sfinimento.

E' davvero una pagina bruttissima, quella scritta nel provvedimento adottato. E' lo specchio di una realtà che in alcune sue componenti continua a credere di poterla sempre e comunque fare franca, alla faccia della stragrande maggioranza che è convinta che la meritocrazia sia un valore fondamentale. L'operazione condotta spinge in una direzione opposta la nave a bordo della quale ci troviamo tutti. La rotta va invertita, a cominciare da quella dei nostri comportamenti.