Duplice omicidio a Durazzano, 20 anni a D'Angelo

Rito abbreviato per il 52enne accusato dei delitti di Mario Morgillo e Andrea Romano, casertani

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Benevento.  

Vent'anni, contro i trenta proposti dal pm Marilia Capitanio. E' la condanna stabilita dal giudice Loredana Camerlengo, con rito abbreviato, per Francesco D'Angelo, il 53enne di Durazzano che dal 1 aprile del 2019 è in carcere con l'accusa di aver ucciso a colpi di fucile, nel pomeriggio del 31 marzo, a Durazzano, Mario Morgillo, 68 anni, e suo genero, Andrea Romano, 49 anni, entrambi casertani. Per D'Angelo anche il risarcimento dei danni, da liquidarsi in separata sede, per i familiari delle vittime, parti civili.

Prima che il giudice si ritirasse per la decisione, la requisitoria dell'accusa, l'intervento degli avvocati Tiziana Fucci e Igino Nuzzo, che si erano espressi per la dichiarazione di responsabilità dell'imputato, e l'arringa dell'avvocato Alberico Villani, che aveva chiesto per il suo assistito la legittima difesa, anche putativa, l'eccesso colposo e il riconoscimento dell'attenuante della provocazione, concludendo per il minimo della pena.

Sottoposto a fermo di polizia giudiziaria, D'Angelo non aveva risposto quando era comparso dinanzi al gip Gelsomina Palmieri, rilasciando solo alcune dichiarazioni spontanee. Sostenendo che quel giorno – una domenica -, dopo pranzo, si era accorto, mentre era a bordo del suo furgone, di essere seguito dalla Ford Focus sulla quale viaggiavano Morgillo e Romano.

Preoccupato, aveva allertato i carabinieri, poi si era fermato in piazza Galilei, nei pressi di un bar e della scuola media, dove, all'improvviso, si era trovato di fronte, peraltro contromano, la Ford Focus, che il conducente – aveva aggiunto- aveva parcheggiato in modo da sbarrargli il transito.

Secondo D'Angelo, i due occupanti sarebbero scesi impugnando una pistola – una circostanza non provata, sui due malcapitati non erano state neanche rilevate tracce di polvere da sparo - e lui, a quel punto, aveva fatto altrettanto, uscendo dall'abitacolo e sparando. Poi si era allontanato ed aveva fatto scattare l'allarme.

Un delitto con uno sfondo rappresentato dalla conflittualità esistente con i Morgillo, nata nell'aprile del 2018, quando a Santa Maria a Vico l'allora 51enne era rimasto coinvolto in un incidente, finito al centro di un procedimento della Procura di Santa Maria Capua Vetere, con Gennaro Morgillo, allora 30enne, figlio di Mario. I due si erano poi incrociati a distanza di alcuni mesi, quando lo stesso 30enne si era trasferito a Durazzano, prima agli arresti domiciliari, poi all'obbligo di soggiorno.

Una situazione inevitabilmente complicata, rapporti tesi. Infine, la domenica prima degli omicidi, lo 'scontro' in un bar. Oggi la discussione e, alle 13.30, la sentenza di primo grado.