Delitto Matarazzo, il Gps: auto ferma nel luogo dell'omicidio

Un investigatore ricostruisce i movimenti della Croma usata per delitto 45enne pastore frassese

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Benevento.  

Ha inforcato un paio di occhialini alla moda, necessari alla consultazione dell'informativa, e, servendosi anche di immagini proiettate su un pannello collocato in aula per l'occasione, ha ricostruito i percorsi, tracciati dal Gps, dell'auto che sarebbe stata usata per il delitto.

Una Fiat Croma di cui il maresciallo maggiore dei carabinieri Antonio Quaglia ha ripercorso i movimenti grazie ai segnali lanciati dal dispositivo installato sulla macchina. Sostenendo che, in base ai dati del Gps, la Croma si trovava a velocità zero in prossimità del luogo - l'indicazione di una scarpata e non della sede stradale era stata un'anomalia- e al momento dell'omicidio, e che poi era ripartita a folle velocità, seguendo un itinerario che era stato fatto anche nei due giorni precedenti.

Lo ha fatto, sollecitato dal pm Francesco Sansobrino e dagli avvocati Antonio Leone e Tullio Tartaglia, per le parti civili, nel processo, in corso dinanzi alla Corte di assise, sull'omicidio di Giuseppe Matarazzo, il 45enne pastore di Frasso Telesino ammazzato a colpi di pistola il 19 luglio del 2018 dinanzi alla sua abitazione alla contrada Selva.

Martedì prossimo, invece, il sottufficiale risponderà alle domande degli avvocati Angelo Leone e Mario Palmieri, supportati dai consulenti Alberto Panza ed Antonio Poppa, e Orlando Sgambati e Angelo Raucci, difensori, rispettivamente, di Giuseppe Massaro, 57 anni, di Sant'Agata dei Goti, e Generoso Nasta, 32 anni, di San Felice a Cancello.

Il primo è accusato di aver fornito sia la Croma, guidata da Nasta, adoperata per il delitto, sia la 357 magnum, che gli era stata ritirata per una discrasia del numero di matricola, dalla quale – aveva accertato una consulenza balistica – erano stati esplosi almeno cinque colpi contro Matarazzo.

Che, come si ricorderà, un mese prima di essere ucciso aveva terminato di scontare una condanna a 11 anni e 6 mesi perchè riconosciuto responsabile di abusi sessuali ai danni della 15enne che il 6 gennaio del 2008 si era tolta la vita impiccandosi ad un albero. Una vicenda che, secondo gli inquirenti,  fa da sfondo e rappresenta il movente di un delitto per il quale mancano ancora all'appello il mandante e l'esecutore.