Funzionaria della Procura sospesa per un anno dalle funzioni

Alessandra Limata, 56 anni, di Torrecuso, indagata dalla Procura di Napoli

funzionaria della procura sospesa per un anno dalle funzioni

A suo carico le ipotesi di reato di accesso abusivo a sistema informatico e rivelazione segreti di ufficio

Benevento.  

La notizia è piombata come una 'bomba' sugli uffici giudiziari di Benevento. Perchè Alessandra Limata, 56 anni, di Torrecuso, è una funzionaria molto nota, anche per il suo impegno in politica: è stata consigliere ed assessore del Comune in cui risiede. Lavora in Procura, ma per un anno non potrà farlo, perchè è stata sospesa dall'esercizio delle funzioni.

E' la misura disposta dal Gip di Napoli in un'inchiesta della Procura partenopea, competente in questi casi, che prospetta a suo carico le ipotesi di reato di accesso abusivo ad un sistema telematico od informativo e rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio “con le aggravanti di aver commesso il fatto con abuso dei poteri e in violazione dei doveri inerenti la funzione svolta da parte di un pubblico ufficiale, con abuso della qualità di operatore di sistema, nonché per aver commesso il fatto su un sistema informatico pubblico e di interesse pubblico”.

L'ordinanza firmata nei suoi confronti è stata eseguita questa mattina dai carabinieri della Compagnia di Montesarchio, nel cui mirino sono finiti fatti che vanno dal settembre 2019 allo scorso aprile. Secondo gli inquirenti, “utilizzando le proprie credenziali d’accesso al sistema informatico, protetto da misure di sicurezza, per scopi personali e comunque estranei all’Ufficio ed alle mansioni svolte”, la 56enne - ha nominato come difensore l'avvocato Sergio Rando - avrebbe avuto accesso “abusivamente e ripetutamente al sistema informatico, effettuando numerose interrogazioni relativamente a procedimenti penali in corso, comunicando successivamente le notizie acquisite ad altra persona”.

Da qui il provvedimento adottato dal giudice, che ritiene sussistenti le esigenze cautelari, “che risultano attuali e concrete e che dalle emergenze in atti risulta infatti che la condotta dell’indagata non sia affatto “isolata” in quanto l’accesso al sistema informatico si è verificato ripetutamente anche a distanza di mesi”.

La vicenda segue quella registrata lo scorso anno, quando un altro dipendente dell'ufficio inquirente sannita, su ordine del Gip di Napoli, era stato arrestato per gli stessi addebiti – poi era tornato in libertà- avanzati però in un troncone dell'inchiesta sui centri di accoglienza per i migranti. Lui ed altre quattro persone - due sono suoi colleghi- sono già a processo.