Shhh... silenzio: si vota. Che mi frega, è iniziata la serie A

La politica ed il pallone

shhh silenzio si vota che mi frega e iniziata la serie a
Benevento.  

Shhh... silenzio: da oggi si vota, urne aperte e stop propaganda. E quindi, che significa? Che non posso esprimere la mia gioia infinita perchè, dopo settimane nelle quali sono state letteralmente affogate, le caselle di posta elettronica sono finalmente vuote?

Chi può impedirmi di sprizzare gioia da tutti i pori di fronte all'assenza, finalmente, di centinaia di dichiarazioni segnate dalla vacuità, dalla vanagloria e dalla presunzione di poter risolvere con la bacchetta magica problemi che si trascinano da decenni?.

Ci hanno bombardato senza pietà con promesse di ogni tipo, come se noi fossimo stati altrove, e non qui, in questo lasso di tempo, e non avessimo provato, puntualmente, la disillusione che ha accompagnato non i giorni successivi al precedente esito elettorale, ma gli anni trascorsi fino al nuovo appuntamento con la consultazione popolare.

Stavolta non sarà cosi? La speranza è l'ultima a morire, ad essa ci aggrappiamo per immaginare una realtà migliore di quella nella quale siamo immersi mani e piedi: una scuola all'altezza delle sfide della formazione delle nuove generazioni, una sanità efficiente e depurata dei disservizi e delle clientele, un'amministrazione pubblica capace di rispondere con la velocità che i tempi richiedono. E' pretendere troppo? E' il minimo sindacale, figurarsi cosa accadrebbe se a questi temi venissero aggiunti quelli dello sviluppo, dei trasporti, del lavoro e dell'occupazione.

Per fortuna, a consolarci ha provveduto l'avvio del campionato di calcio di serie A che annovera nuovamente il Benevento, che per l'esordio dovrà però mordere il freno, come altre squadre, per un'altra settimana. Mancano gli spettatori (non sono i mille autorizzati nelle ultime ore), i cori e gli sfottò degli stadi, lo sventolio dei colori che ognuno ama.

Per adesso va così, anche in questo caso ci si può soltanto augurare che questo maledetto virus, che continua a fare paura, sparisca o venga neutralizzato a dovere. Nel frattempo, incollati alla tv e prontissimi a magnificare o maledire quei giovanotti che corrono in pantaloncini dietro ad un pallone, non ci resta che osservare le norme di precauzione ed evitare di fare gli sboroni.

E' una questione di rispetto nei confronti di se stessi e degli altri. Lo stesso rispetto che si dovrebbe agli elettori che fino a domani alle 15 eserciteranno, tra non poche difficoltà e un pizzico di ansia, il loro diritto-dovere di contribuire alla scelta di un governo regionale, comunale, o di dire la loro sul referendum.

Se e come voterò? Shhh... silenzio: volete che lo rompa proprio io che me lo sto godendo fino in fondo? Certo che mi piacerebbe commentare, magari anche il cosiddetto caso delle minigonne in un liceo a Roma, con quell'occhio che cade ed è malizioso; oppure discettare, filosoficamente, della similitudine tra la cabina elettorale ed un cesso pubblico. Ma è meglio che resti a bocca chiusa. Per una questione di igiene.